Paralimpiadi Parigi, Romele: «Non mi accontento, cerco nuove sfide»

A livello paralimpico l’accoppiata estate-inverno è molto più frequente rispetto a quanto si verifichi nel contesto olimpico, ma quando ci si trova di fronte al trentaduenne Giuseppe Romele occorre inchinarsi dinanzi alla capacità del camuno di transitare con profitto da una stagione all’altra. Aveva cominciato nel nuoto, poi ha trovato la gloria dei tre agitos invernali nello sci di fondo, ma per riuscire dove aveva fallito in passato ha deciso di rimettersi in gioco nella manifestazione estiva, scegliendo il triathlon.
L’impegno
«Visti i miei trascorsi non potevo accontentarmi di svolgere una sola disciplina e allora ho deciso di scegliere uno sport che ne mettesse insieme tre». Nuoto, handbike e corsa in carrozzina: questo il menù di Romele a Parigi, dove cercherà di replicare lungo la Senna quanto di buono realizzato a Pechino 2022, quando fu terzo sugli sci stretti.
È nato a Pisogne, vive a Piamborno e si allena a Darfo, dove aveva cominciato col nuoto alla Polisportiva Disabili Vallecamonica, seguito da Angelo Martinoli e Gigliola Fassa. Nel 2016, fallito il pass per Rio, la scelta di cambiare ambito di azione. La prima scelta alternativa fu la carrozzina: «Ho partecipato al campionato italiano di maratona e due volte alla 42 chilometri di Berlino nel 2018 e nel 2019». Poi l’approdo allo sci nordico: «Il mio amico Christian Toninelli mi ha invitato a provare il fondo. Mi sono sentito subito a mio agio e da lì è partito il progetto Pechino».

Oltre alla medaglia conquistata in Cina, Romele è salito sul podio ai campionati mondiali ed è diventato il primo italiano a vincere la Coppa del mondo. «Avevo bisogno di nuove sfide e il mondo invernale mi stava troppo stretto, così abbiamo deciso di puntare alla qualificazione per i Giochi di Parigi nel triathlon, uno sport che mi piace perché è multidisciplinare come me». La novità assoluta per Romele è stata la bicicletta. «Mi hanno regalato una hand-bike versione base e pian piano l’abbiamo adattata su misura per me. Sono riuscito a migliorarmi gara dopo gara e nell’ultimo biennio ho raccolto punti in tutte le prove di classificazione».
In Francia l’importante sarà rompere il ghiaccio, per il bottino pesante l’appuntamento sarà per il 2028: «Per Parigi l’obiettivo era la qualificazione. Andrò in gara senza assilli, sapendo che tre o quattro concorrenti sono nettamente più forti di me. Poi da quest’inverno in poi mi concentrerò solo sullo sci di fondo perché ai Giochi di Milano-Cortina vorrei vincere l’oro, quindi da marzo 2026 comincerò a pianificare Los Angeles 2028, dove non mi accontenterò più di partecipare, ma punterò al podio nel triathlon».
Ispirazione
Uomo sempre col sorriso sulle labbra, Romele vuole ispirare chi lo seguirà dal vivo o in tv: «Il mio messaggio è molto semplice, credete nei vostri sogni e mettetevi in gioco per realizzarli. Se ce l’ho fatta devo ringraziare la Federazione per il supporto ricevuto e tutti coloro che mi hanno aiutato». Intanto però ha studiato nel dettaglio un piano di battaglia per riuscire a ben figurare: «Non mi preoccupano i batteri della Senna, i maggiori pensieri sono invece rivolti alla corrente del fiume. Partire bene nel nuoto sarà già decisivo».
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