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L'incredibile Zlatan pronto a segnare anche al cinema

In anteprima mondiale a Roma la pellicola che racconta la vita del campione rossonero, dagli esordi ai trionfi. Nelle sale l’11 novembre
  • Alcuni scatti sul campo di Zlatan
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Mentre, festeggiati il 3 ottobre i 40 anni con un mega party, prepara ora il rientro in campo, Zlatan Ibrahimovic viene celebrato cinematograficamente nel film «Zlatan». Lo firma il 45enne stimato regista svedese Jens Sjögren, ex chef passato con successo al set, che su Instagram ha postato Ibrahimovic che, sul divano, commenta in svedese il film.

La cui scenaggiatura è firmata da Jakob Beckman e David Lagencrantz già autore della biografia «Io, Ibra» (Rizzoli, 2011). La produzione (1 ora e 40’), girata a Malmö e Amsterdam, sarà presentata in anteprima mondiale il 21 ottobre nella Selezione Ufficiale della Festa del cinema di Roma; poi – distribuita da Lucky Red in Italia e Universal Pictures nel mondo – uscirà nelle sale l’11 novembre.

Il campione ha fatto da consulente alla sceneggiatura: «Ibrahimovic – ha sottolineato Andrea Occhipinti, fondatore della Lucky Red - è molto più che un calciatore: un leader puro, un’icona leggendaria, un modo d’essere solo suo. Il racconto di questo mito contemporaneo non poteva che diventare una grande storia per il cinema».

Nel cast, il palermitano Emmanuele Aita, 38 anni («L’allieva», «Suburra–La serie») è Mino Raiola (procuratore, amico e consigliere per Ibra); Cedomir Glisovic è il padre Sefik; nei panni di Zlatan ci sono Dominic Andersson Bajraktati (dagli 11 ai 13 anni) e Granit Rushiti (dai 17 ai 23). La fiction filmica rispetta la realtà biografica e mostra la crescita di Ibrahimovic a Rosengård, problematico quartiere di Malmö. Figlio d’immigrati (il padre bosniaco Šefik, muratore e manutentore nei condomini; la madre croata Jurka, donna delle pulizie; genitori di altri due figli e una figlia), Zlatan è mostrato prima ragazzino e poi giovane calciatore che, pur con problemi di comportamento, col pallone si emancipa.

Il talento e la fiducia in sé lo portano, contro ogni premessa, nel calcio che conta. Dopo la prima esperienza al Malmö col tecnico Andersson in Seconda e Prima Divisione, e quella con Co Adriaanse, suo primo mister all’Ajax, arriva ai vertici internazionali giocando e vincendo in Juventus, Inter, Milan, Barcellona, Paris St. Germain, Manchester United, Los Angeles Galaxy e Nazionale.

Bilancio finora: 31 trofei e primo a giocare la Champions in 7 diversi club. Ibrahimovic ha dichiarato: «Me ne frego di quello che pensa la gente e non sono mai stato a mio agio fra i tipi perbenino. Perchè ricordate: si può togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo». E dedicato «un pensiero anche a tutti i bambini, soprattutto a quelli che si sentono un po’ strani e diversi, che non vengono accettati fino in fondo e si fanno notare per i motivi sbagliati. Non essere uguali agli altri è ok. Continuate a credere in voi».

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