Le arti marziali non hanno confini sotto la guida di Ventura

Eclettismo ed entusiasmo. La curiosità irrefrenabile per ogni arte marziale ha portato Andrea Ventura - 34enne di Trenzano - a realizzare prima il sogno di sperimentare personalmente molte discipline (dal karate al K1, dalla kickboxing alla muay thai, dal ju-jitsu al jeet kune do, al kali), per tradurre poi l'invidiabile esperienza acquisita in termini didattici, indirizzando i giovani che lo hanno scelto come maestro verso lo sport di combattimento che più si confà alle loro caratteristiche fisiche combinate con le preferenze che essi esprimono in ordine alle tecniche. Senza peraltro chiuderli dentro i limiti di una specialità, invitandoli piuttosto a cambiare di tanto in tanto, per raggiungere un maggior grado di consapevolezza e maturare competenze in più campi.
Capita allora che nello Striker Team (società che da tre anni ha trovato stabile collocazione a Brescia, in via Padova, nella sede della Boxe Mariani e della Loreni, eccellenze cittadine in ambito pugilistico) convivano, dedicandosi a discipline affini, campioni e giovani promesse, adulti, bambini, perfino mamme. Tra essi, il 21enne di Roncadelle Paolo Scaglia, che è pure il braccio destro di Ventura in palestra, è stato campione italiano di Mma (arti marziali miste) nel 2015, nella categoria 60 kg, mentre nel dicembre 2017 è salito sul podio tricolore (conquistando la medaglia di bronzo) nel Sambo sportivo, categoria 62 kg. Il Sambo (acronimo che deriva dalla traslitterazione del cirillico) era in voga nell'esercito sovietico e a Brescia sta trovando estimatori. Scaglia ci spiega perché gli piace: «Amo la lotta a terra, ma questo 'combattimento senza armi' è davvero completo in tutto».
Gradisce invece poco il contatto con il suolo il 19enne Lorenzo Gatta di Travagliato, studente di naturopatia all'Università di Trento: ha cominciato a sei anni con le arti marziali, ed è approdato ora al K1, che ne riunisce parecchie. Nella specialità di origine giapponese - che consente l'utilizzo delle tecniche del full contact e della kickboxing, con in più gli attacchi di ginocchio della muay thai, ma senza la possibilità di trattenere la testa dell'avversario - Lorenzo è un fuoriclasse, che vanta un record notevole (20 vittorie, 3 pareggi, una sola sconfitta in carriera): già cintura lombarda e vincitore della Coppa Italia, nel dicembre scorso è diventato campione italiano assoluto nella categoria 60 kg: «Non mi piace la lotta a terra, preferisco guardare il mio avversario negli occhi - ci racconta - e dunque il K1 fa al caso mio: ha varietà di colpi, fantasia, la giusta cattiveria».
Il clima è di rilassato cameratismo, la prima parte dell'allenamento si svolge tutti insieme, al lavoro con grinta. Poi a ciascuno il suo, con obiettivi da definire strada facendo: per Scaglia e Gatta si guarda all'estero, ma anche al professionismo. Gli altri, confida Ventura, cresceranno; ma già ora si divertono.
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