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L’Nba spiegata bene: ecco la guida all’Olimpo del basket

Il bresciano Dario Costa tra gli autori del volume dedicato al campionato di basket che non ha eguali al mondo
Stephen Curry - Foto Ansa/Ap Chris Szagola
Stephen Curry - Foto Ansa/Ap Chris Szagola
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Esiste un campionato in cui hai la certezza di vedere in campo i migliori giocatori in assoluto? Sì, esiste, ed è una cosa vicina al concetto di Olimpo dello sport. È chiaro, infatti, che non c’è nulla al mondo come l’Nba, massima serie del basket Usa.

«Me ne sono innamorato con le finali del 1991, quelle in cui giocavano i Lakers di Magic Johnson contro i Bulls di Michael Jordan. Vinsero i Bulls, in pratica segnando il passaggio dagli anni ’80 agli anni ’90».

 

Michael Jordan e Magic Johnson
Michael Jordan e Magic Johnson

 

A parlare è Dario Costa, tra gli autori della «Guida Nba 2017-2018», uscita per Baldini & Castoldi, che verrà presentata giovedì 23 novembre alle 18 alla Feltrinelli di corso Zanardelli, in centro città.

Bresciano, autore per la Rivista ufficiale Nba e per L’Ultimo Uomo, Costa si è occupato della Southwest Division, uno dei tre gruppi in cui è suddivisa la Western Conference del campionato (poi c’è l’Eastern Conference, divisa in altri tre gruppi). Parliamo dunque di Houston Rockets, San AntonioSpurs, New Orleans Pelicans, Memphis Grizzlies e Dallas Mavericks. Non c’è la favorita al titolo, i Golden State Warriors di Stephen Curry (hanno vinto due titoli negli ultimi tre anni, scontrandosi sempre contro Cleveland), ma c’è la principale pretendente sul fronte ovest, Houston.

 

Kevin Durant dei Golden State Warriors - Foto Ansa/Ap Ben Margot
Kevin Durant dei Golden State Warriors - Foto Ansa/Ap Ben Margot

 

«Se non pronosticassi la vittoria di Golden State mi rinchiuderebbero in manicomio - scherza -. A parte le iperboli, hanno Curry e Kevin Durant, tra i più forti in circolazione. Inoltre la squadra ha portato un nuovo modo di giocare, a suo modo rivoluzionario. Sono veloci, fanno tanti tiri da fuori, in questo momento nessuno gioca come loro. Ma Houston si è rafforzata con un grande colpo di mercato, il play Chris Paul».

Nel libro ci sono informazioni su tutte le franchigie, con relative statistiche, analisi e curiosità. Oltre a Costa vi hanno lavorato Dario Vismara, responsabile del settore basket sull’Ultimo Uomo, Daniele V. Morrone, Andrea Beltrama, Fabrizio Gilardi, Lorenzo Neri e Nicolò Ciuppani. Nei vari capitoli ci sono anche storie sulle città in cui giocano le 30 squadre: l’idea è fare un racconto il più completo possibile, fuori e dentro il campo.

Per leggerlo c’è tempo: la regular season terminerà a metà aprile, le finali si concluderanno in giugno. «L’Nba è speciale perché, oltre al talento dei giocatori, è un prodotto confezionato in maniera unica, a partire dai palazzetti e dalle riprese tv, e in più ha un’etica che non ha paragoni».

Un campionato dove il concetto di professionalità regna sovrano - con 82 partite solo nella regular season sarebbe difficile per un giocatore reggere senza una dedizione totalizzante -, nonché capace di produrre miti sempre nuovi. 

 

LeBron James - Foto Ansa/Ap Andres Kudacki
LeBron James - Foto Ansa/Ap Andres Kudacki

 

«Il migliore in assoluto è Michael Jordan, ci sono pochi dubbi. Però, su un piano sentimentale, il mio preferito è Magic Johnson, è stato quello che mi ha fatto appassionare al basket Nba. Ora, Curry a parte, c’è un fenomeno come LeBron James, che potrebbe essere arrivato alla fine della sua esperienza a Cleveland. A 33 anni è un giocatore unico per doti fisiche e tecniche. Si può dire che abbia raccolto l’eredità di Jordan, giocando tra l’altro più finali, vincendo però meno titoli».

Per Costa la palla a spicchi è una mania nata con le partite commentate sulla Fininvest da Dan Peterson («Mamma butta la pasta!») e condivisa ora con un pubblico tutto sommato di nicchia, molto attento e informato. «È il bello e allo stesso tempo il rischio di scrivere di Nba. Ci sono lettori attenti a ogni dettaglio, dato che conoscono molto bene la materia». 

Sorvolando l’oceano, conludiamo in Italia. Costa, ovviamente, è abbonato alla Germani: «Si può dire che anche qui ci sia un pizzico di Nba. Non solo per via di Marcus Landry, un vero leader con mentalità molto americana. Al di là dei giocatori e delle vittorie di questo periodo, vedo un tipo di progettualità professionale intorno alla squadra. C’è stata una riorganizzazione importante dei settori giovanili, c’è una tifoseria calda, ma ordinata, e l’anno prossimo arriverà il palazzetto. È un ambiente che sta crescendo».

 

 

 

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