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Juve, è la tua notte: destituire i Real(i) per il trono d’Europa

A Cardiff contro il Madrid i bianconeri a caccia di un trofeo che manca oramai da ventuno anni
Il trofeo della Champions League in formato maxi a Cardidd - Foto Ansa/Epa Andy Rain
Il trofeo della Champions League in formato maxi a Cardidd - Foto Ansa/Epa Andy Rain
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La Juventus cerca di mettere le mani sulla Coppa Campioni che rincorre da 21 anni, il Real Madrid vuole ribadire la sua supremazia e punta alla 12ª volta, la seconda consecutiva, mai riuscita a nessuno nell’epoca della Champions. Ma la finale di stasera che si gioca a Cardiff (ore 20.45 italiane, diretta tv su Canale 5 e PremiumSport), in uno dei templi del rugby, è anche un test mondiale sulla sicurezza nei grandi eventi, dato che l’attentato di pochi giorni fa all’Arena di Manchester ha riportato al massimo livello il grado di pericolo e di conseguenze le misure di prevenzione.

La finale di Champions sarà trasmessa in 128 Paesi (49 dell’area europea, 79 nel resto del mondo) che hanno acquistato i diritti, per una platea stimata dall’Uefa in 350 milioni di persone. Al «Principality Stadium» sono attesi anche tanti vip, tra i quali è stata confermata la presenza di Juan Carlos di Spagna. Per Torino ci sarà di sicuro il sindaco Chiara Appendino, sono attesi personaggi del mondo dello spettacolo, tantissimi allenatori ed ex giocatori.

Più che in tribuna, gli occhi saranno però rivolti sul campo e ad una Juventus che aspetta questa gara da tanto. Perlomeno, dalla notte di Berlino di due anni fa, quando il Barcellona stese i bianconeri.

«Questa volta la Champions tocca a noi», è il motto del clan bianconero. Allegri non vuole vedere altro che un trionfo della Juventus nella notte delle stelle a Cardiff.

«Dobbiamo - dice il tecnico bianconero, sudando nella sala stampa allestita fuori dallo stadio gallese e affollata da centinaia di giornalisti - chiudere una stagione straordinaria con qualcosa che la faccia diventare ancora più fantastica. Ora siamo più convinti di fare bene, abbiamo raggiunto la consapevolezza e la cattiveria ideali. La finale del 2015 a Berlino era giunta un po’ inaspettata, questa volta no: siamo al posto giusto nel momento giusto. Questa Coppa, insomma, dobbiamo portarla a casa».

E il livornese aggiunge una battuta: «Le vittorie di tutto quest’anno sono state di allenamento per questa partita...».

La settimana di preparazione è stata fin troppo lunga, dice Allegri, ma l’attesa non ha snervato la squadra: «Ci siamo preparati in totale serenità. Non ho avuto bisogno di fare leva su nessuna motivazione psicologica - aggiunge riferendosi al presunto "mal da finale" dei bianconeri -. Ripeto che la Juventus nella sua storia ha giocato 8 finali, non ne ha perse 6».

Tra la Juve e l’agognata Coppa c’è il Real: «Dovremo essere diabolici. La formazione? Non ho ancora scelto, ma tengo conto che la finale potrebbe durare 120’».

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