Sport

Jacobs, il primo allenatore: «Ho rivisto il sorriso di un bimbo»

Bertazzi è il tecnico della Pro Desenzano che lo ha spostato dal calcio all’atletica
  • Jacobs da bambino
    Jacobs da bambino
  • Jacobs da bambino
    Jacobs da bambino
  • Jacobs da bambino
    Jacobs da bambino
AA

Adriano Bertazzi, il primissimo allenatore, piangeva quando Marcell è arrivato per primo al traguardo. E dieci minuti dopo averlo visto vincere l’oro, urlava: «Era bello come il sole».

Dai podi che il piccolo Marcellino inanellava alla Pro Desenzano, la storica società desenzanese presieduta da Flavio Ghizzi, al podio più importante di tutti. «È un’emozione immensa. Per lui, per tutti i sacrifici che ha fatto, per la strada che ha percorso, per l’uomo che è riuscito a diventare».

Bertazzi l’ha avuto tra i suoi allievi al campo Tre Stelle di Desenzano dal 2004 al 2009: è stato lui, che prima lo allenava anche a calcio, a notare che tutto sommato quel ragazzino che correva più veloce del pallone forse sarebbe stato più a suo agio su una pista di atletica. Quasi una profezia, più che una semplice sensazione. Bertazzi ha incontrato Marcell un mesetto fa. Aveva riaccompagnato a casa il figlio maggiore di Jacobs, Jeremy, il quale in queste settimane sta frequentando il camp estivo della Pro Desenzano, e l’atleta era arrivato da Roma a Manerba.

«Stava per partire per Tokyo - racconta Bertazzi dell’incontro -, e mi sono trovato di fronte un uomo. Mi ha strizzato l’occhio come faceva da bambino, ma aveva una maturità nello sguardo che sono stato contento di vedere: era lo stesso ragazzino che arrivava al traguardo vincendo e sorridendo, mentre gli altri arrivavano con la smorfia della fatica. Lui arrivava primo, sorrideva e mi strizzava l’occhio».

Ha avuto meno di dieci secondi per farlo, ma Bertazzi ha fatto in tempo a commuoversi: «Ha corso la finale perfettamente, testa dritta e coordinato come un robottino. È stato perfetto. E di certo il merito va anche al suo staff: ha incontrato le persone giuste, un bravissimo allenatore es una mental coach che è riuscita ad abbattere le sue resistenze. Il risultato ottenuto a Tokyo adesso è storia». Adriano Bertazzi aveva appeso al Tre Stelle un cartellone dedicato a Marcell, ma poi ha scelto la quiete di casa per guardare la finale: «Serviva godersi il momento. E ce lo siamo goduti alla grande».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato