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Italia ko, la tristezza va da Brescia a Orzinuovi

Italia-Spagna vissuta a Orzinuovi, nella "casa" di Cesare Prandelli e in città, tra parchi pieni e strade deserte.
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«È dura». E il sindaco di Orzinuovi, patria di Cesare Prandelli, si fa un po' il Griso di manzoniana memoria quando nell’intervallo di Italia-Spagna valuta la prestazione degli azzurri.
Il primo cittadino Andrea Ratti è, ancora una volta, capofila in mezzo alla sua gente in piazza Vittorio Emanuele nel paese della Bassa bresciana per seguire l’Ital-Brescia. In una piazza traboccante, con quasi duemila ’vice-allenatori' pronti a gridare verso lo schermo schemi e cambi, in una piazza così piena che c’è chi se ne approfitta ’affittando' una sedia per 3 euro. I due gol subiti (che diventeranno quattro) pesano come macigni, ma il popolo dei tifosi bresciani che si è riunito a Orzinuovi fino all’ultimo non si arrende. È tutto un «vai Balo!», «siamo schiacciati», «usciamo da quella metà campo!».
  
I bresciani ci credono (quasi) fino alla fine: sguardi concentrati, unghie mangiate, mille sigarette fumate. Questa volta sono sofferenza e tifo veri, non come la prova generale che è stata la semifinale, con il nervosismo degli azzurri in campo si trasferisce per osmosi anche alla piazza. È dopo la terza rete segnata da Torres, con gli spagnoli che cominciano a cantare ’olè campiones’, che si registrano le prime defezioni. E dopo il quarto gol la superiorità iberica si fa così evidente che non vale più nemmeno la pena di sfidarel’afa soffocante per incitare Balotelli e soci.
  
Tutto era cominciato al secondo del primo tempo, con il bresciano doc Andrea Pirlo che aveva sfiorato la traversa spagnola. Poi il gelo del gol di Silva. E l’entrata di Balzaretti che non ha portato lo sperato giro di boa. È dopo la seconda rete siglata Spagna che sono davvero mani nei capelli e che arriva già il momento dei bilanci di questo Europeo.
«Arrivare in finale è stato un successo insperato» dice il sindaco Ratti, che solo un paio di mesi fa aveva consegnato nelle mani del ct azzurro il San Giorgio d’oro, l’equivalente orceano dell’Ambrogino d’oro. «Il messaggio che Cesare è riuscito a trasmettere con e a questa Nazionale è più che soddisfacente - spiega il sindaco - un messaggio fatto di impegno, onestà, continuità e spirito di squadra».
  
La Spagna è la stessa degli ultimi tempi: vincente. L’Italia è un’altra: sofferente ma orgogliosa. La piazza di Orzinuovi è la stessa: consapevole delle indubbie capacità tecniche diPrandelli, eppure più orgogliosa del suo essere un passo avanti agli altri dal punti di vista umano, come persona seria e sobria eppure straordinaria. Per questo Orzinuovi sta solo aspettando che il suo Cesare torni a casa, per festeggiarlo nonostante tutto, nonostante le lacrime per un secondo posto ad un’Europeo che sembrava ormai a portata di mano.
«Non sappiamo ancora quando tornerà - dice il sindaco Ratti - ma sicuramente gli riserveremo una manifestazione ufficiale».

Delusione a Orzinuovi e delusione anche in città davanti ai maxischermi allestiti nei parchi o davanti alle tante tv presenti in locali, ristoranti e birrerie. Una cosa è certa: come dimostrano le immagini del nostro fotografo Ansaldi dell'Agenzia Reporter, la città è rimasta per un paio d'ore deserta: tutti a vedere Italia-Spagna...

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