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Italia-Austria 2-1: azzurri agguantano i quarti ai supplementari

A Wembley Sblocca Chiesa al 95', Pessina trova il raddoppio al 105'. La squadra di Mancini affronterà la vincitrice tra Portogallo e Bergio
  • Euro 2020: a Wembley Italia-Austria
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AA

Soffre e si aggrappa con le unghie a una gara che pareva a lungo sfuggirle via, ma alla fine l'Italia di Roberto Mancini vince 2-1 dopo i supplementari una partita trasformata dall'Austria in una guerra di trincea, guadagnandosi - meritatamente anche se non brillantemente - la qualificazione ai quarti di finale dell'europeo di calcio.

Venerdì prossimo gli azzurri affronteranno a Monaco di Baviera la vincente di Belgio-Portogallo che si gioca domani.

Gli azzurri ringraziano stasera le riserve Chiesa, determinante al suo ingresso con un gol e tante salvifiche accelerazioni, e Pessina (anch'egli a rete da subentrante, a conferma di un'attitudine realizzativa sorprendente in nazionale) e anche la Var che in un paio di occasioni si esprime a loro favore annullando un gol ed evitando un potenziale rigore per gli austriaci. Si allunga anche la serie di partite utili consecutive, la squadra di Mancini fa 31 e batte quella di Pozzo, e il trend delle vittorie arrivate a 12, sebbene cada l'imbattibilità del portiere azzurro non prima di aver superato il primato di 1143 minuti di Dino Zoff. Ma nella notte di Wembley che è magica soprattutto per il risultato, non è questo che conta: l'importante per l'Italia del calcio è essere arrivata anche in questo torneo, come in quello del 2016, a far parte dell'aristocrazia delle 8 migliori d'Europa.

In avvio Mancini aveva rispettato le indicazioni date nei giorni scorsi: nel consueto 4-3-3 marchio di fabbrica della sua nazionale, in difesa Acerbi sostituiva l'infortunato capitano Chiellini come centrale e Di Lorenzo veniva confermato al posto del convalescente Florenzi sulla fascia destra. A centrocampo Verratti era preferito a Locatelli a formare il reparto con Jorginho e Barella. In avanti fuori da una sia pur minima discussione il tridente Berardi-Insigne-Immobile. Il ct degli austriaci, Franco Foda, aveva risposto uniformandosi alla filosofia della Red Bull che da quelle parti fa cassazione calcistica: e dunque modulo 4-1-4-1 con una ricerca ossessiva del pressing a rubare la palla nella costruzione del gioco avversario, e comunque squadra votata alla lotta e all'attacco, con un paio di individualità di rilievo: il celebrato Alaba sulla fascia sinistra, e l'indisponente ma efficace Arnautovic in attacco. Tecnicamente, l'Italia era superiore e si vedeva: ma la capacità di raddoppiare e la marcatura sull'avversario, la disponibilità al sacrificio continua, facevano degli austriaci la squadra più complicata da affrontare di questo torneo. E così nel primo tempo si aveva una leggera supremazia nel possesso palla degli azzurri, una netta prevalenza al tiro (7-0) ma la sensazione che la squadra di Mancini potesse davvero passare la si aveva solo in un paio di occasioni: la prima al 17', quando Spinazzola, come da consuetudine personale, si beveva sulla fascia l'esterno destro avversario, Lainer, e metteva al centro un cross basso invitantissimo sul quale Barella colpiva di controbalzo: Bachmann si salvava d'istinto con una parata alla Garella di piede in controtempo. E poi al 32', quando un Immobile stufo di aspettare palloni giocabili che quasi mai arrivavano arretrava a giocare una palla in impostazione, poi si ritrovava a 30 metri dalla porta e faceva partire un gran pallone col destro: palo netto a portiere battuto.

Nella ripresa il piano inclinato della gara sembrava però essere cambiato: dopo 3 minuti arrivava un campanello d'allarme per gli azzurri perchè in una prolungata azione di Arnautovic mandava in difficoltà Bonucci e compagni, e due minuti dopo una punizione dal limite di Alaba (traversa sfiorata) ribadiva che l'Austria era viva e completamente in partita. E infatti al 16 un trio di Sabitzer deviato da Bonucci creava un pericolo a Donnarumma, prima che un altro botta di Arnautovic chiamasse in causa il portiere azzurro ancora una volta. E al 19', su assist di testa di Alaba, Arnautovic ancora di testa beffava Donnarumma, prima che il controllo alla Var chiarisse che l'attaccante austriaco era in fuorigioco. Mancini correva ai ripari: fuori Verratti e Barella, dentro Locatelli e Pessina che infatti dialogavano tra loro e producevano il primo tiro azzurro nella ripresa (fuori di poco la botta del centrocampista del Sassuolo). Ancora un rischio per l'Italia arrivava al 28' per un intervento da penalty di Pessina su Laimar, sanato però dalla Var che individuava un fuorigioco nell'azione austriaca.

Allora il ct azzurro provava un altro correttivo doppio: Chiesa e Belotti al posto di Berardi e Immobile, ma l'equilibrio non si spezzava e si finiva ineluttabilmente ai supplementari. Dove Chiesa, imbeccato da Spinazzola dopo 4 minuti, dopo un controllo avventuroso realizzava da due passi un gol fondamentale.

E allo scadere del primo tempo supplementare arrivava il raddoppio di Pessina di sinistro dopo un'azione. Saltano le marcature, e rischiano di saltare anche le coronarie dei tifosi azzurri perchè al 114' l'altra riserva Kalajdzaic in tuffo di testa riapriva la partita per gli austriaci. Ma era troppo tardi per cambiare il senso della serata.

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