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Il Challenger di Brescia nella fase clou, italiani protagonisti

Luca Vanni compie un'impresa eliminando Robredo. Oggi la finale del doppio e le semifinali singolari
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Il nausea game, gli italiani, la caduta degli dei. Per la terza volta in tre edizioni, i quarti diventano lo snodo pivotale del torneo Challenger di Brescia. In poche ore succede di tutto e ci ritroviamo a fine giornata consapevoli di essere stati piacevolmente spiazzati da quel magico sport che si chiama tennis. 

Dopo le semifinali di doppio (oggi la finale, tra i favoriti olandesi Koolhof-Middelkoop e i russi Elgin-Kudryavtsev), la prima sfida in programma è quella tra Salvatore Caruso e Zdenek Kolar. Il siciliano è consapevole di avere una mano quasi irripetibile. Il suo lato di tabellone è diventato un campo minato che ha colpito i possibili protagonisti: Rosol (che sarebbe stato numero 2 del seeding) che si cancella prima di iniziare, seguito da Napolitano (recente vincitore a Ortisei, vittima d’attacco febbrile); Leo Mayer che si arrende al lucky loser Grigelis; Chiudinelli che scivola sulla buccia di banana Kolar, il ragazzino al di là della rete. 

Un colpo di scopa ha spazzato via tutte le minacce, da qui in poi sono partite alla pari. La sfida col ventenne ceco dura meno di un set, fino al 4-4, poi Caruso brekka e Kolar perde la bussola. Il 6-2 del secondo set è una sentenza. Oggi, nella prima semifinale, un'occasione ancor più ghiotta: dopo aver centrato la prima semi in carriera sul veloce, il tennista di Avola potrebbe indovinare la prima finale assoluta della carriera in un Challenger. Missione più che possibile, perché l'ostacolo è il 355 Atp Laurynas Grigelis. Incredibile la storia del lituano, ripescato nel main draw dopo la sconfitta nelle qualificazioni contro Egor Gerasimov: 6-1 6-2 in 40'. Ieri sembrava un déjà-vu, nuovamente Grigelis-Gerasimov. Anche stavolta non c'è match, perché proprio non si gioca. Il bielorusso ha problemi di stomaco, non riesce a muoversi ed è bianco come il latte. Si prospetta un nausea-game in versione tennistica, ma Egor non è Michael (riferimento a Jordan, che nel 1995 giocò e vinse a Salt Lake City il match decisivo contro gli Utah Jazz, segnando 38 punti nonostante febbre e nausea), e dopo un game Gerasimov getta la spugna.

Nella parte alta del tabellone Lukas Lacko elimina comodamente Frank Dancevic (6-4 6-3 in meno di un'ora). Per la prima volta in tre edizioni, la testa di serie numero 1 fa strada nel torneo. A contendergli l'accesso alla finale non ci sarà l'ex top five Atp Tommy Robredo, ma il nostro Luca Vanni, artefice di un piccolo capolavoro. L'aretino sul veloce è da corsa, perché, se funziona il servizio, il tie-break è quasi assicurato. L'andamento è appunto questo: perde il primo per un passaggio a vuoto all'undicesimo game, vince secondo e terzo al tie-break. Se ne va così l'ospite più illustre capitato a San Filippo, ma si apre il sogno di un ultimo atto tutto italiano. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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