Gli ex Brescia «stregano» le nazionali europee

Tu chiamale, se vuoi, promozioni. O qualificazione. Due termini simili, che rimano, pur non essendo esattamente sinonimi. Fanno parte del lessico lieto dello sport. L’ex allenatore del Brescia Edoardo Reja ha appena centrato una prestigiosa promozione nei panni di ct dell’Albania. Nazionale che, vincendo il gruppo 4 della Lega C, è salita nella «serie B» della Uefa Nations League 2022-2023.

«È stata un’impresa vera e propria - commenta, sorridendo -. Avevo convocato 36 giocatori, sono riuscito ad averne a disposizione solo 20. Ho mandato in panchina 4-5 ragazzini che nemmeno giocano nelle rispettive squadre di club. Il successo si è trasformato in una festa nazionale. L’entusiasmo di Tirana mi ha contagiato».
Il già terzino sinistro fluidificante del Brescia e del Salò (ma pure allenatore a Lumezzane) Marco Rossi, invece, ha ottenuto una storica qualificazione alla guida dell’Ungheria: battendo in rimonta nello spareggio l’Islanda, lo scorso 12 novembre ha conquistato un posto nei prossimi Europei. Ma anche una promozione: il 2-0 alla Turchia dell’altroieri in Nations League è valso il salto dalla B ai «grandi».

Sono loro gli Eurobresciani d’adozione più vincenti, ma non sono gli unici. Sebbene non siano nati nella terra della Leonessa, qui hanno lasciato un segno tangibile. E mille e più ricordi. Reja e Rossi sono in compagnia di Gianni De Biasi, centrocampista biancoblù dal 1978 al 1983 e allenatore all’ombra del Cidneo dal 2003 al 2005, l’ultimo ad aver lavorato con Baggio. Dallo scorso 10 luglio è commissario tecnico dell’Azerbaigian (nelle ultime quattro gare ufficiali altrettanti pareggi, ma zero gol subiti).
«Ricordo spesso ai ragazzi con cui lavoro di Roberto - racconta De Biasi -. Per arrivare ai livelli di Baggio, oltre a quel talento immenso, ci vogliono la stessa passione e la stessa forza di volontà che lui ci metteva a 37 anni».

Ma c’è pure Franco Varrella, a Brescia nel 1989-1990. Dal 2018 ha ottenuto il suo secondo mandato da selezionatore della Nazionale di San Marino. Il Titano non è tale nel calcio, ma nelle ultime tre uscite in Nations League (gruppo 2, Lega D) ha ottenuto la bellezza di due pareggi (0-0 in Liechtenstein, stesso risultato in casa contro Gibilterra). Non poco, in un fazzoletto di terra in cui le gioie calcistiche sono rare. C’è infine pure Marius Stankevicius (difensore biancoblù dal 2002 al 2008), vice allenatore della «sua» Lituania e guida tecnica del Lumezzane.

«Promozione» è il soprannome da piazzare tra il nome Edoardo (per tutti Edy) e il cognome Reja. Ha portato le rondinelle dalla B alla A nella stagione 1996-1997. Ha fatto lo stesso col Vicenza nel 2000, col Cagliari nel 2004 e col Napoli nel 2007. Il settantacinquenne di Gorizia ha ottenuto la vittoria decisiva superando per 3-2 la Bielorussia nell’ultima giornata del gruppo 4 di Lega C. L’ultimo exploit di Reja potrebbe essere visto come una rivincita personale dopo essere stato «dimenticato» dal calcio italiano. Bollato come «vecchio», dopo l’ultimo grande exploit nel Napoli di De Laurentiis, nel quadriennio 2005-2009. Un gran risultato ottenuto su una panchina precedentemente occupata da italiani: lo stesso De Biasi (2011-2017) e Panucci (2017-2019). Oggi la copertina è tutta per Edy. Nei cuori dei bresciani perché salvò una Leonessa allo sbando nel 1996 e vinse il campionato cadetto nel 1997: «Avevamo pareggiato in Kazakistan e in Lituania - racconta sull’impresa albanese -. Non pensavo di riuscire a centrare la promozione. Ma dopo la vittoria nell’amichevole col Kosovo, abbiamo battuto in casa il Kazakistan per 3-1 e, mercoledì, la Bielorussia per 3-2. Ho visto ogni giocatore dare di tutto e di più. Qui ho ritrovato l’entusiasmo di allenare e di portare la mia esperienza».
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