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Giro d'Italia (e d'Irlanda): al via anche sei bresciani

Brescia rappresentata da Ponzi, Colbrelli, Ferrari, Ruffoni, Frapporti e Boni. Due le tappe in Valcamonica.
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Sei più uno. E' particolarmente ricca la pattuglia bresciana al via venerdì mattina a Belfast per la la 97esima edizione del Giro d’Italia. Per avere un simile numero, pari quasi ad una squadra (sono nove elementi ciascuna), dobbiamo risalire all’età dell’oro del ciclismo bresciano, ovvero gli anni ’80 con atleti del calibro di Guido Bontempi, Roberto Visentini, Paolo Rosola, Pierino Gavazzi, Beppe Martinelli, corridori in grado di vincere e indossare la maglia rosa.

La pattuglia bresciana del 2014 è in gran parte giovane ma con ottimi presupposti. Sei i bresciani doc e uno d’adozione come Rigoberto Uran che farà classifica, che tra la 15ma e la 16ma tappa (25 e 27 maggio) saranno impegnati nella nostra provincia, con un arrivo a Montecampione e una partenza da Ponte di Legno nel tappone che prevede Gavia (neve permettendo) e Stelvio.

I nostri doc partono da Simone Ponzi, rigenerato dalla cura Scinto, capace di andare a bersaglio ben tre volte e vittima però di altrettanti stop (borsite al ginocchio, caduta con frattura alle costole) per una stagione finora esaltante ma a singhiozzo. «Aspetto con fiducia il Giro, il mio secondo in carriera - spiega il ventisettenne di Ghedi - perché per me sarà una straordinaria occasione per vincere almeno una tappa. So quanto può valere e quindi ce la metterò tutta. Sono reduce da un Giro di Turchia difficile dove sono pure caduto, quindi partirò prudente e vedrò il da farsi lungo la strada». Altro corridore alla ricerca del primo bersaglio in carriera dopo un inizio stagione formidabile è Sonny Colbrelli che cercherà soprattutto di lanciarsi in qualche fuga come fece lo scorso anno con poca fortuna. «Sto bene e quindi mi aspetto di fare una bella corsa. Il Giro ha un fascino tutto speciale».

Il valsabbino si ritroverà in scuderia l’amico e rivale nelle gare giovanili Nicola Ruffoni al debutto alla corsa rosa come neopro ma pronto a ripercorrere le orme di Guido Bontempi, a segno subito con le effigi del primato. Quest’anno Ruffoni, a differenza di Colbrelli che ha corso tantissimo, ha avuto un inizio soft sebbene alla prima occasione al Tour dell’Oman sia salito sul podio di una tappa. Risultato che ha convinto il green team dei fratelli Reverberi a schierare il velocista di Castenedolo, pupillo di Michele Dancelli, come titolare per il Giro. Si dividerà i compiti con Sonny Colbrelli «A me le volate, a lui le fughe e gli arrivi ’bastardi’».

Chi una tappa l’ha conquistata invece è Roberto Ferrari. Correva la stagione 2012, a Montecatini Terme. Peccato che da allora per il velocista di Villanuova sul Clisi, passato nel frattempo nel World team Lampre Merida, quella al Giro sia stata l’ultima perla. Da allora solo piazzamenti, per quanto di prestigio. «Manca un pò per il morale un successo, al Giro ho mandato ampio per provarci - spiega il trentunenne bresciano - e le occasioni migliori saranno nelle prime tappe».

Oltre a questi quattro primattori ve ne sono altri due che recitano un ruolo minore, ma prezioso, del gregario con licenza talvolta di prendersi qualche bella soddisfazione. È il caso di Marco Frapporti al suo terzo Giro. «Stavolta ci arrivo nella condizione migliore - spiega il valsabbino di Lavenone - farò il gregario sì, ma sempre pronto ad inserirmi nelle fughe di giornata». Così il portacolori dell’Androni Venezuela di Gianni Savio ha colto le sue migliori vittorie (quattro nel suo palmares sportivo).

Chi di fughe se ne intende, specialmente quest’anno è Matteo Bono della Lampre Merida, grande protagonista quest’anno alla Milano Sanremo (270 km in avanscoperta) e altrettanto alla Liegi Bastogne Liegi con gli ultimi trenta di cavalcacata solitaria. Anche il trentunenne di Ome arriva al Giro in ottima condizione.

 

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