Giovani

Znoubi, un titolo italiano solo sulla carta ottenuto senza scarpa

La storia del ragazzo tunisino che primeggia nel cross, ma da Junior non può «avere la corona»
La vittoria ottenuta da Saber Zinoubi nella gara tenutasi lo scorso febbraio al Parco delle Cave - © www.giornaledibrescia.it
La vittoria ottenuta da Saber Zinoubi nella gara tenutasi lo scorso febbraio al Parco delle Cave - © www.giornaledibrescia.it
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Chi lo ha sotto gli occhi ogni giorno non ha dubbi: «È un talento cristallino». E a guardare i suoi recenti risultati è difficile non scommeterci. L’ultimo successo, poi, pare uscito da un film d’annata intriso di poesia. A onor del vero c’è una memoria, quella dei Giochi, della maratona, che certe scene le ha consegnate alla storia, consacrandole a icone su cui sognare. Allora si trattava di scelta, oggi più di forza di volontà.

Ed è quella di Saber Zinoubi, campioncino che sta contribuendo a scrivere il presente dell’atletica bresciana.

Il classe 2003, di casa a Rogno, difende i colori dell’Atletica Vallecamonica, primeggiando nel cross, categoria junior. Al collo si è messo le medaglie di campionati e titoli provinciale e regionale e ai nazionali di Trieste, il 13 marzo scorso, è (con ampio margine) arrivato davanti a tutti in maniera quasi epica, correndo gli ultimi tre chilometri senza una scarpa, e giungendo al traguardo con tagli e vesciche. Solo la burocrazia gli ha negato il titolo di campione italiano.

Zinoubi, infatti, è nel nostro Paese da un anno e mezzo, e le regole federali prevedono, tra le altre cose, che un’atleta, per fregiarsi del titolo tricolore, debba tesserarsi per una società italiana entro gli allievi.

Lui è in Italia da fine 2020, quasi subito si è unito all’Atletica Vallecamonica; tuttavia, essendo l’anno agli sgoccioli e non essendoci gare, la società lo ha ufficializzato l’1 gennaio 2021, quando però già era Junior. «Sarebbe stato un onore conquistare il titolo italiano – dice Zinoubi – purtroppo non ho avuto questa fortuna, ma ora penso solo ad andare avanti, a correre».

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Tutto ciò spinto dalla passione che gli fa mangiare le difficoltà linguistiche come si mangia i tracciati campestri. «Ho cominciato a correre in Tunisia, nel 2018. Da quattro volte campione tunisino, nel 2020, ho lasciato Sidi Bouzid per raggiungere mio papà, qui in Italia. Mi sono iscritto a scuola e, attraverso il mio connazionale Youssef Khatoui che corre per l'Atletica Vallecamonica, ho conosciuto la società». Allenato da Paolo Agostini, il ragazzo si è misurato con i primi percorsi, poi la stagione invernale lo ha consacrato a livello provinciale (con il trionfo del Cross Parco delle Cave) e regionale, fino al capolavoro triestino.

«Ero molto concentrato, pensavo che se avessi vinto sarei stato campione italiano. Ma in un passaggio trafficato, qualcuno mi ha tolto una scarpa, procurandomi un taglio, e io, fissandomi su calzatura e dolore, ho perso la concentrazione. Paolo mi ha incoraggiato, così ho spinto, recuperato, e vinto. Con Paolo, voglio fare qualcosa di bello, sogno di diventare campione del mondo. La mia famiglia mi sostiene: mi alleno per quello».

L'allenatore

Agostini e Zinoubi dopo il minimo per il Mondiale - © www.giornaledibrescia.it
Agostini e Zinoubi dopo il minimo per il Mondiale - © www.giornaledibrescia.it

Paolo Agostini, da una vita nell’atletica leggera, è colui che allena Saber Zinoubi e che, per primo, ne ha visto la stoffa del campione. «All’inizio degli allenamenti – ripercorre l’exploit Agostini – Saber ha registrato tempi discreti, ma nulla che lasciasse presagire quello che è arrivato poi. Allora però rientrava da un infortunio, non appena si è rimesso ho intuito subito le possibilità: “Se sei tranquillo e ci credi – gli ho detto – ti porto a vincere il titolo nazionale”.

Mi ha guardato stranito, ma ce l’abbiamo fatta, non burocraticamente, ma i tempi parlano per lui». Un ragazzo che ha impegno e condotta impeccabili: «È un giovane molto intelligente e umile. Motoriamente, poi, sa gestirsi come un atleta esperto, è un talento incredibile, cristallino e ha una tecnica perfetta: è l’estetica dell’atletica fatta a persona; ai più giovani lo dico sempre: “Guardatelo e cercate di imitarlo”».

Anche Agostini nella vittoria di Trieste vede qualcosa di incredibile: «Andava così forte che nemmeno mi ero accorto della scarpa mancante, l’ho capito dal suo gesticolare. Chiunque si sarebbe fermato, non lui, non con quella determinazione. Ora puntiamo al mondiale». Il 13 aprile, all’esordio assoluto in pista sui 3000m, ha registrato un 8'12''89 che vale come minimo proprio per i campionati mondiali Junior la stagione non è che all’inizio, quindi chissà…

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