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Gastaldello nuovo leader: «Voglio una squadra di 20 capitani»

Il difensore: «A naso percepisco buona aria e sento voglia di fare bene»
GASTALDELLO: "VOGLIA DI FARE"
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Stavolta il tecnico lascia il posto al capitano («fa strano - sorride - avere come tecnico un quasi coetaneo») così, dopo le fatiche della terza amichevole stagionale, è Daniele Gastaldello a presentarsi nel dopo match ai microfoni e ai taccuini.

Un Gastaldello positivo e sorridente («Da avversario Suazo mi aveva fatto gol, ma quante botte gli ho dato: era imprendibile») come dev’essere chi indossa la fascia e deve dare, fisicamente e psicologicamente, il buon esempio: «Sono il capitano, ma in questa squadra ne voglio 5-10-20 di capitani. Chiaro che queste partite lascino sempre un po’ il tempo che trovano e sono, in questo periodo, da prendere con le molle. Noi veniamo da giorni intensi dove abbiamo lavorato molto bene con impegno e volontà. Giocare queste partite a volte fa arrabbiare perché le gambe pesanti non ti consentono di fare quello che hai in mente di fare e quindi non sono facili da affrontare, ma l’importante è la volontà e la voglia che ho visto nella squadra».

Una voglia che ha colpito il difensore padovano, tanto da elogiare per questo i compagni: «Ho visto gente motivata, che vuole mettersi in mostra, che vuole migliorarsi. Certo, ora non possiamo pensare di vedere giocate veloci e brillanti, ma l’importante è continuare a lavorare in questo modo. Le strutture e l’ambiente ci stanno aiutando parecchio: vedo anche molto sacrificio, e questo è decisamente un ottimo segno».

Sono passati solo due mesi da quell’Ascoli-Brescia che chiuse, con la solita sofferenza, l’ultimo campionato, ma pare sia passato un secolo. Una pagina voltata con decisione e fermezza: «Conoscete il presidente, è una persona molto ambiziosa e ce lo sta dimostrando con i fatti. Sta facendo il bene del Brescia, mettendo tra l’altro a nostra disposizione le strutture necessarie per ambire a qualcosa di importante. Dire che l’anno prossimo saremo in Serie A non è giusto, ma che ci toglieremo presto grosse soddisfazioni, quello sì, posso dirlo. Un po’ di anni di calcio sulle spalle ce li ho e dico che a naso possiamo davvero ambire a fare qualcosa di grande».

Speranze, aspettative, intenzioni che non fanno dimenticare le recenti sofferenze: «Quello che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato un anno difficile, non lo nego. Non ho mai pensato però "chi me l’ha fatto fare" perché io sono una persona che quando decide di fare una cosa, la porta fino in fondo. Ero venuto qui per cercare di tornare subito in Serie A, mi sono ritrovato in una situazione completamente opposta, ma questo sogno, nonostante i miei 35 anni, lo coltivo ancora».

Un’affermazione che sottolinea ancor di più subito dopo: «Io non mi accontento di restare in serie B: cercherò di trasmettere questa voglia e questa mentalità a tutti i miei compagni e dirò loro, come ho sempre fatto, di pensare al lavoro giorno per giorno, non solo alla partita. Lo faccio io a 35 anni, a maggior ragione devono farlo loro a 20».

Una riflessione sui nuovi: «Sono avvantaggiati dal fatto che li ha voluti il pres e che hanno alle loro spalle campionati importanti. Abbiamo guadagnato qualità in attacco, questo è indubbio. Ma io non penso tanto ai gol che hanno fatto l’anno scorso, ma la voglia, che stanno dimostrando, di fare bene anche qui perché gente come Donnarumma e Tremolada non si devono accontentare ma devono mirare a fare sempre di più. Sono contento del fatto che loro e gli altri nuovi arrivati si siano inseriti molto bene: ora, non devono mollare».

Pensieri positivi, come quelli sul tecnico e il suo staff: «Suazo e i suoi collaboratori mi hanno fatto davvero un’ottima impressione. Da "deb" avrà bisogno di aiuto, ma vedo la gran voglia di fare: prepara gli allenamenti come in una categoria superiore e questo è da apprezzare. Ho ottime sensazioni...».

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