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F1, Ferrari «Seminiamo ma non raccogliamo»: l'analisi

Vettel non sa sfruttare la pole e cede il passo alla Mercedes che vince così il titolo costruttori della F1
Bottas festeggia - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Bottas festeggia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Un secondo posto a Suzuka è meglio del terzo a Sochi, ma la Ferrari per la seconda gara di fila paga errori in gara che vanificano i successi in qualifica e rendono ancora più facile alla Mercedes accumulare vittorie e titoli.

Il team principal, Mattia Binotto, si rammaricarsi anche oggi per «non aver raccolto quanto seminato». Occupando ancora una volta tutta la prima fila, dopo l'esperienza in Russia c'erano le premesse per una gara d'attacco delle Rosse, ma «la partenza ha compromesso il resto della gara. Oggi il ritmo, come degrado gomme, non era all'altezza di Mercedes. Ma credo che se fossimo restati davanti ci saremmo potuti difendere», ha spiegato Binotto, che di positivo si tiene «la prima fila in qualifica e la bella gara di Vettel, partenza a parte, che si è difeso dal ritorno di Hamilton».

Se il tedesco ha sbagliato all'inizio, Charles Leclerc lo ha fatto poco dopo nel contatto con Max Verstappen e nel dopo gara ha recitato il mea culpa. «Devo migliorare come pilota in gara», ha ammesso, deluso dal settimo posto, anche se Binotto ha ritenuto l'episodio normale perchè «quando ti trovi nella mischia non è facile, gli episodi sono tirati».

La tensione tra i due piloti sorta a Sochi sembrava risolta ma forse ha lasciato qualche strascico, anche inconscio, che potrebbe aver causato l'indecisione di Vettel al semaforo verde e frenato al contempo Leclerc. Nel finale di stagione qualche buon risultato, con una SF90 comunque competitiva, potrebbe ridare la fiducia ad entrambi in vista del 2020. In casa Mercedes non manca qualche mugugno, oggi è stata la volta di Hamilton 'stoppatò sulla via della vittoria, ma quando si alzano trofei a ripetizione è tutto più facile. A un passo dalla 100/a vittoria, il team festeggia già il sesto mondiale consecutivo, che Toto Wolff ha dedicato a Niki Lauda, che ha dato negli anni un grande contributo al dominio delle Stelle d'argento. 

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