Sport

Draghi scherza con Jacobs: «Non volevo disturbarti...»

Gli azzurri di Tokyo, olimpici e paralimpici al Quirinale e a Palazzo Chigi
  • Marcell Jacobs al Quirinale con gli atleti delle Olimpiadi e della Paralimpiadi di Tokyo 2020
    Marcell Jacobs al Quirinale con gli atleti delle Olimpiadi e della Paralimpiadi di Tokyo 2020
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    Marcell Jacobs al Quirinale con gli atleti delle Olimpiadi e della Paralimpiadi di Tokyo 2020
  • Marcell Jacobs al Quirinale con gli atleti delle Olimpiadi e della Paralimpiadi di Tokyo 2020
    Marcell Jacobs al Quirinale con gli atleti delle Olimpiadi e della Paralimpiadi di Tokyo 2020
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L'Italia che riparte si specchia in voi. Gli azzurri di Tokyo, olimpici e paralimpici, vorrebbero che l'estate magica non finisse mai. A prolungarla con un'altra medaglia è Sergio Mattarella, presidente della Repubblica e primo tifoso che «ha seguito i Giochi, anche se di giorno perchè di notte come facevano tanti italiani non mi era concesso, vista l'età...». Al Quirinale sono 109, tra ori argento e bronzo, a far squadra per riconsegnare il tricolore portato in Giappone e ora firmato da tutti quelli saliti sul podio.

Nei giardini del Colle, l'atmosfera è formale ed allegra, perché più che una cerimonia è una festa al termine di una stagione di incredibili vittorie, da record ai Giochi. «Avete emozionato gli italiani. Vi sono momenti in cui lo sport assume significati più ampi. Il nostro Paese è in ripresa, si è sentito rappresentato, si è sentito coinvolto da voi», il complimento di Mattarella.

Sulla stessa onda il premier, Mario Draghi, che dopo il Quirinale ha ricevuto le due delegazioni a Palazzo Chigi. Ci sono Vito Dell'Aquila, primo oro, e il bresciano Marcel Jacobs, uomo-jet, più gli altri staffettisti - Patta, Desalu e Tortu - che consegnano al Capo dello Stato il testimone della staffetta. «Permettetemi una menzione particolare per l'atletica leggera, che ha raggiunto risultati che non avremmo mai pensato possibili. L'uomo più veloce del mondo è un italiano: Marcell Jacobs. Italiana è anche la staffetta più veloce - con Jacobs, Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu. Per un centesimo! Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto hanno vinto tutte e tre le medaglie nei 100 metri femminili; mentre Antonella Palmisano e Massimo Stano sono arrivati primi nei 20Km di marcia. L'Italia va veloce e quando salta, vola. Penso ovviamente al nostro Gianmarco Tamberi». Lo dice Mario Draghi ricevendo i campioni olimpici e paralimpici. E rivolgendosi a Marcell Jacobs scherza sulla telefonata che il premier fece al presidente del Coni Giovanni Malagò subito dopo lo storico oro dell'italiano. «Non volevo disturbare la tua conferenza stampa, è stato Malagò...avevo chiamato per informarmi...», scherza Draghi.

C'è il trio magico Sabatini-Caironi-Contrafatto, per il podio tutto italiano dei 100 paralimpici al femminile. C'è Bebe Vio, oro individuale e argento a squadra dopo aver rischiato una nuova amputazione ad aprile. E ci sono i «fratelli e sorelle» d'Italia - come li chiama Giovanni Malagò - che hanno vinto più di tutti, come ricorda Mattarella con memoria da vero appassionato. «Non posso non menzionare le sette medaglie di vario colore di Stefano Raimondi, le cinque di Carlotta Gigli, Giulia Terzi e Antonio Fantin, e non vorrei trascurare neanche chi ne ha avute 'soltantò quattro, come Barlaam, Trimi, Palazzo...».

Ma due preferenze, il Capo dello Stato le ha confessate: «Al primo giorno delle Paralimpiadi, ho telefonato a Pancalli e gli ho fatto una richiesta che lui ha tenuto segreta: vincete una medaglia più degli olimpici», il tributo all'importanza sociale delle Paralimpiadi. E poi la storia di Tamberi-Barshim. «Non ho dimenticato la sua, di gara - ha detto Mattarella rivolgendosi all'oro dell'alto - la scelta è stata splendida: anziché proseguire un accanimento agonistico per prevalere di misura al ribasso avete compiuto un gesto di vero valore sportivo» (per l'oro nel salto in alto sono state «parole davvero toccanti e importanti»).

Ma anche quella di Bebe Vio, che dopo aver vinto l'oro nel fioretto ha confessato di aver rischiato di morire, lo scorso aprile, a causa di una grave infezione: «È stata una entusiasmante vittoria sull'avversità». Non ci sono state solo le medaglie: «Tanti vostri colleghi delle Olimpiadi e delle paralimpiadi hanno fatto delle prestazioni di grande importanza e non soltanto per i quarti posti». Una su tutte arriva dal nuoto, «la finale di Federica Pellegrini, adesso dirigente del Cio».

Ha manifestato tutto l'orgoglio di un mondo che da quest'estate ha avuto i riflettori puntati il presidente del comitato paralimpico italiano, Luca Pancalli: «Abbiamo vinto 69 medaglie, ed è successo qualcosa d'incredibile, abbiamo fatto breccia nel cuore degli italiani, ma non vogliamo commuovere, ma smuovere». Anche se «Tokyo testimonia su quanto c'è ancora da fare per garantire pari dignità di accesso allo sport come strumento fondamentale per riconoscere i diritti individuali dei paralimpici».

Ma il cammino è lungo anche su un altro versante: «Lo sport ha anche bisogno di investimenti e scelte coraggiose, da troppo rimandate, a cominciare dalla questione della pratica nella scuola», ha rimarcato la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Valentina Vezzali, che ha definito lo sport «la locomotiva emozionale del Paese».

Poi tutti da Draghi per un saluto informale. Il dono della bicicletta nera, con il tricolore italiano sui lati, da parte del quartetto d'oro dell'inseguimento a squadre autore di una splendida rimonta (Lamon, Milan, Consonni e Ganna) e quello della bandiera del Cip, con le firme di tutti gli atleti paralimpici. Un augurio per l'Italia, che vuole rimontare. 

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