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Diritti tv: inchiesta su Infront e sul calcio italiano

Infront è collegata al Brescia Calcio per una sponsorizzazione da nove milioni per le prossime cinque stagioni
CALCIO, INCHIESTA SUI DIRITTI TV
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Turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti, in relazione alla compravendita dei diritti tv, e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza del mondo del calcio, in merito a presunti ritocchi al rialzo dei bilanci delle società per essere ammesse ai campionati. 

Sono i reati ipotizzati a carico di Marco Bogarelli, presidente di Infront, e di altri manager dell’azienda e di Rti, oltre che di Andrea Baroni, fiscalista di una società di consulenza fiscale con sede a Lugano.

Quest’ultimo, in particolare, è stato arrestato con l’accusa di riciclaggio di denaro frutto di evasione fiscale. Nella nuova inchiesta che riguarda il calcio italiano sarebbero finiti, secondo indiscrezioni di stampa, anche il presidente del Genoa Claudio Preziosi, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, e il presidente del Bari, Gianluca Paparesta

Gli inquirenti, che hanno perquisito anche la sede della Lega e di alcune squadre lavorano su più filoni: da un lato ritengono che vi siano state irregolarità nell’assegnazione dei diritti tv del calcio avvenuta la scorsa primavera con la mediazione di Infront, dall’altro sostengono che la stessa società abbia fatto indebiti finanziamenti ad alcune squadre per consentire ai loro bilanci di passare l’esame della Covisoc, la Commissione di vigilanza sui conti delle società professionistiche. 

Infront è collegata al Brescia Calcio per un contratto di gestione della pubblicità al Rigamonti da nove milioni per le prossime cinque stagioni, attivato in seguito al riassetto della società di via Bazoli varato dall'attuale amministratore delegato Rinaldo Sagramola, e per la partita dello stadio, che Infront vorrebbe iniziare a costruire nel più breve tempo possibile. 

 

 

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