Sport

Dakar al via con cinque bresciani

L’esperto pilota valgobbino Alessandro Botturi guida una pattuglia con tre moto ed i camion di Calubini e Calabria
In Perù. Da sinistra: Bertoldi, Metelli e Botturi dopo l’ultimo allenamento
In Perù. Da sinistra: Bertoldi, Metelli e Botturi dopo l’ultimo allenamento
AA

È partita da Lima, in Perù, l’edizione numero 40 della Dakar, che vede ai nastri di partenza anche cinque bresciani: i motociclisti Alessandro Botturi, Livio Metelli ed Alberto Bertoldi e due driver di camion, Loris Calubini e Paolo Calabria.

Alessandro Botturi, affronta la Dakar 2018 con uno spirito nuovo e tanta voglia di fare bene. «Sono felice di vivere questa nuova avventura con il mio nuovo Team supportato da Yamaha Italia - dice Botturi, sul quale si concentrano le speranze degli appassionati bresciani per un risultato eclatante -. Essere in un team semiprivato mi ha consentito in questi mesi di concentrarmi su me stesso senza troppa pressione. In questa avventura mi ha seguito anche Mauro Sant, il mio meccanico. Il meticoloso programma di allenamenti per affrontare la Dakar, oltre alle sessioni in palestra ed a quelle in bici, mi ha portato a coprire solo nell’ultimo periodo più di 3.000 chilometri in moto».

 

 

Dopo tre anni nel team ufficiale, Botturi continuerà ad essere supportato da Yamaha. Alessandro sarà così al via contando su una moto come quella della squadra ufficiale. Sull’approccio alla gara, il pilota lumezzanese ha le idee chiare: «Marc Coma ha promesso un percorso magico, che farà sognare e soffrire allo stesso tempo. Bisognerà partire subito bene, perché il Perù ci aspetta con i suoi cordoni di dune, tanta sabbia e navigazione. Il giorno di riposo a La Paz cade un poco prima della metà, poi ci aspettano ancora 8 tappe tra Bolivia e Argentina. La speciale di Super Fiambalà potrebbe essere decisiva. Soffro più il caldo che l’altitudine, così per me le tappe in Argentina saranno le più impegnative».

Le tappe previste, fino al 20 gennaio, con arrivo a Cordoba, in Argentina, sono 14 per poco meno di 9000 chilometri e le caratteristiche salienti della competizione 2018 sono sabbia, altitudine e grande caldo, che regalano ancor più incertezza al contesto agonistico in cui le capacità di navigazione degli equipaggi in gioco farà la differenza.

Si comincia con la Lima-Pisco, uguale per tutti con 272 km di cui 31 di prova speciale. Una prima presa di contatto con un terreno desertico su una speciale totalmente di sabbia. Nell’edizione corrente gli iscritti sono 515, a bordo di 337 veicoli (190 tra moto e quad, 91 vetture, 14 side by side e 42 autocarri), in rappresentanza di 54 nazioni. Tra i camion anche i Mercedes Unimog di Loris Calubini e Paolo Calabria. «Non sono veicoli potenti - dice Calabria -, non hanno prestazioni da assoluto, ma sono affidabili e speriamo ci portino alla fine».

«Ogni nazione attraversata ha le sue caratteristiche - aggiunge Calubini -. In Perù ci sono sabbia e tappe lunghe, in Bolivia prove in altura con tempo invernale, in Argentina temperature estive. Per tutti saranno molto dure terz’ultima e penultima tappa».

Sotto il profilo agonistico, il 2018 sarà l’ultimo anno in cui si correrà con le vecchie regole. Nel 2019 entrerà infatti in vigore il nuovo regolamento Fia. Quest’anno tra le auto la Peugeot è il riferimento con Loeb, Peterhansel e Sainz che rappresentano le stelle del team. Da non sottovalutare però la Toyota, intenzionata a porre fine all’egemonia transalpina con Nasser Al-Attiyah, l’ex campione Giniel De Villiers e la novità Ten Brinke. Tra le moto Il campione in carica Sam Sunderland vuole ripetere il successo dello scorso anno. Da battere ci sono ancora le KTM, anche se sono diversi i pretendenti alla vittoria e Honda e Yamaha non staranno a guardare. Saranno infine 28 i piloti affronteranno la sfida senza usufruire di assistenza ma facendo tutto da soli.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia