Da Maifredi a Maran, da Zambelli a Dallamano: «Vedrete Possanzini fare bene»

Da un ex tecnico e un ex dirigente ai quali è legato, fino a un allenatore per cui la stima è reciproca, a due ex compagni sul campo ed amici fuori. Per la prima grande avventura in panchina del Brescia di Davide Possanzini abbiamo raccolto le impressioni di Gigi Maifredi, Rolando Maran, Simone Dallamano e Marco Zambelli.
Prima una riflessione sulle doti professionali e umane del «Possa» e quanto contino e se l’inesperienza da capo allenatore può pesare o se il senso d’appartenenza e i sette anni al fianco di De Zerbi siano una gavetta sufficiente per fargli affrontare questa difficile, ma eccitante, prova. «Prima di tutto sono contento che abbia questa grande opportunità - afferma Maifredi -. È stato il capitano di una promozione in A, quindi "uno dei nostri". Ha una grande responsabilità, ma so che se la può prendere. Certo, deve trovare una squadra che abbia voglia di riabilitarsi, ma Davide ha le doti professionali e umane per dare la scossa. E non parliamo di inesperienza: uno che ha fatto l’allenatore delle giovanili e tanti anni con De Zerbi partecipando anche alla Champions non si può considerare inesperto. E poi lui è uno che vive di calcio: ecco perchè farà tutto al meglio. Gli faccio un grande in bocca al lupo, gli voglio bene».
«Davide è sicuramente un uomo di calcio - dichiara Maran -, anche da giocatore aveva il pregio di leggere le situazioni perchè ha il calcio in testa: sono convinto che possa far bene. Oltre a questo, ha qualità caratteriali di alto livello: sa legare con tutti e questo, seppur io non l’abbia mai visto allenare, mi fa presagire un’ottima gestione del gruppo. Sul fatto dell’inesperienza, io mi soffermerei piuttosto su quanto entusiasmo possa portare dopo aver lavorato anni con un grandissimo allenatore come De Zerbi. Sapere cosa significhi la maglia del Brescia può essere un bel vantaggio ed una motivazione in più per far bene».
«Sono davvero contento per lui, in fondo - sorride Dallamano - era la sua aspirazione... Sotto l’aspetto umano, penso fosse la persona più indicata in questo particolare momento del Brescia: conosce la piazza, l’ha vissuta. So quanto può trasmettere, tra corpo e anima. E so che, in quei pochi giorni che aveva diretto in allenamento la prima squadra, aveva lasciato ottima impressione tra i giocatori. Sul fatto dell’inesperienza, secondo me ci sopperisce alla grande: prima o poi si deve iniziare e oltretutto gli anni con Roberto, tra gli allenatori emergenti più bravi d’Europa, sono una bella scuola, no? Conosce le dinamiche interne, l’ambiente, i tifosi: spero solo che il presidente lo faccia lavorare sereno».
«Davide è soprattutto un amico - chiude Zambelli - . Ricordo che ero un ragazzino quando mi prese sotto la sua ala: eravamo compagni, ma lui era già un allenatore in campo. Sono certo che porterà una caratteristica che non tutti hanno ed è l’empatia. Ed è una dote che lo aiuterà tantissimo perchè saprà trasmettere ai ragazzi valori che vanno al di là del campo, oltre all’orgoglio d’indossare quella maglia e di giocare in una grande piazza. Sotto l’aspetto tattico, avrà preso tutto quello che poteva da De Zerbi, ma sono certo che, soprattutto nelle prime esperienze con lui, gli abbia a sua volta dato tanto. Gli auguro tutto il bene del mondo».
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