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Corini getta la maschera: «La classifica la vedo ed è bellissima»

Il tecnico espulso e felice (ma a rischio squalifica): «La squadra sente il calore e trova energie impensabili»
Scene di esultanza  Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it
Scene di esultanza Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Alla domanda «che rumore fa la felicità?» nessuno, nemmeno gli scienziati, ha mai saputo dare una risposta. Ma si può ipotizzare che abbia un rumore, o meglio un suono, simile al boato di uno stadio per un gol al 90’. Col Brescia, è sempre «show time» amici: si può starne certi.

È infatti, nessuno si azzarda più a lasciare lo stadio anche con solo un secondo di anticipo. La Leonessa ne ha sempre, ne ha per tutti ed è dentro a tutti. Anche quando è al 50% del suo potenziale. È così totalizzante, questa Leonessa, che persino Eugenio Corini si mette a fare strappi alle regole ferree che ha dato a sè e ai suoi uomini: mai accontentarsi, mai bearsi, mai crogiolarsi. Però le regole, non sono fatte da eccezioni. Appunto. Quindi: «Confesso - dice Corini - di aver guardato la classifica e di aver pensato che è bellissima. Per un minuto me la sono goduta anche io… Solo un minuto però perché è già ora di mettersi sotto per il Benevento».

Diventa difficile raccontare il Brescia: imprese su imprese rendono difficile il compito del tenere i piedi per terra. «È un Brescia - dice Corini - che sa compattarsi con la propria gente e che grazie al calore che respira riesce a pensare di poter dare cose impensabili anche in momenti complicati. Ci si dà energia reciprocamente e questo è qualcosa di straordinario». Straordinario da queste parti è anche sentire un coro per un allenatore quando il primo tempo non è ancora finito… «Quasi - confessa l’allenatore - mi imbarazzo e ho quasi paura di distrarmi da quel che succede sul campo. Lo dico e lo ripeto: sento forte la responsabilità del compito che Cellino mi ha affidato. A lui sono grato e regalare emozioni con i miei ragazzi mi dà gioia». E anche in piena emergenza il Brescia ha dimostrato di avere doti e fondi d’energia per niente banali: «Stiamo creando una sinergia importante e questo si percepisce dal fatto che chi gioca gioca e dà tutto quello che ha senza risparmiarsi. C’è la voglia di stare insieme e di aiutarsi tutti. E di sentirsi tutti utili alla causa. Io mi fido dei ragazzi: mi sono fidato di Viviani, che è stato bravo e in tre mesi è cresciuto davvero molto. Avrei anche potuto optare per Martinelli, il quale pure se non l’ho scelto dal primo minuto é riuscito a essere decisivo sull’azione del terzo gol».

Era in diffida. Eugenio Corini ora rischia di essere squalificato con il Benevento dopo essere stato espulso per la terza volta in questa stagione: «L’arbitro mi ha cacciato per proteste, perchè prima del 3-2 c’era un rigore netto su Ndoj a mio parere. E secondo me anche il loro 2-2 era viziato da un’azione non regolare (Montalto forse è partito in posizione di fuorigioco, ndr). Ad ogni modo, la partita avremmo dovuto chiuderla prima». Il Brescia tra assenze e squalifiche ha rotazioni ridotte all’osso e già si pensa al mercato… «Ma sapete - chiosa l’allenatore biancazzurro - come la penso io: si pensa solamente al prossimo obiettivo, ovvero il Benevento. Poi saprò cosa dire al presidente Massimo Cellino».

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