Mondiali di ciclismo in Ruanda, Velo: «La crono senza Ganna»
Il ct delle Nazionali crono di ciclismo, il bresciano Marco Velo, ospite ieri al Magazine di Teletutto, ha tracciato un bilancio della straordinaria annata del 2024, con la conquista di medaglie e preziosi successi all’Olimpiade e ai campionati europei e mondiali – «anche se è mancato l’oro di Ganna, ma abbiamo perso con uno straordinario Evenepoel» –, ma non si trastulla con gli allori pensando già al presente.
I Mondiali in Africa
Quest’anno la novità sono i primi Mondiali in Africa, e precisamente in Ruanda, ma su questo punto il ct, solitamente pacato e misurato s’infervora. «Va bene esplorare nuovi territori per promuovere il ciclismo – dice Velo – ma proporre una cronometro di 40 chilometri con 700 metri di dislivello? Sapete cosa significa? Che è una cronoscalata e tutti gli specialisti sono tagliati fuori. Infatti in Ruanda non ci saranno i vari Ganna e Affini. Altra valutazione sbagliata è proporre una trasferta così lunga e costosa. Non è un caso che alcune Nazioni hanno già rinunciato a partecipare: non ci saranno la Danimarca (eccezion fatta forse per gli Elite), l’Olanda e probabilmente il Belgio. E lo seguiranno altre Nazioni. L’Uci non si preoccupa di questo, pensa solo a incassare i diritti tv e non a vagliare con attenzione i percorsi. Anche lo scorso anno è stato così. Vi siete chiesti perché in Svizzera non è mai stata inquadrata dalla tv la discesa della crono? Presentava una carreggiata stretta (ci passava a malapena un’auto) con una pendenza del 15% e strada dritta, anche senza pedalare si raggiungevano gli 85 orari. Se ci fosse stato su un incidente sarebbe stata una catastrofe, bisognava fermare la corsa. Invece di preoccuparsi di tutto questo, l’Uci pensa ad inasprire le pene per chi alza braccia dal manubrio sul traguardo in caso di vittoria allo sprint».
L’alternativa e il velodromo
Velo parla con cognizione di causa dal momento che riveste pure il ruolo di direttore di corsa al Giro d’Italia per Rcs e l’ispezione dei percorsi è ben più rigorosa. Questione di responsabilità. In attesa che il governo del ciclismo mondiale cambi rotta per una tutela vera della sicurezza sulle strade, alla luce di questo disegno della crono mondiale Velo pensa a Cattaneo come valida alternativa. Infine un pensiero al velodromo bresciano di Montichiari. «Sono anch’io dell’avviso, da tecnico federale e da bresciano che vada aperto al più presto per dare la possibilità al ciclismo di base di allenarsi e crescere. Come hanno fatto a suo tempo i vari Viviani e Ganna».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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