Giro d’Italia, corsa rosa al via con tre ciclisti bresciani

Il mese di maggio porta ogni anno il profumo di maglia rosa. Il Giro d’Italia, al di là degli appassionati di ciclismo che lo seguono con entusiasmo, è una tradizione rinnovata ogni anno, una festa popolare che prepara all’estate. Abbiamo ancora presente lo show impartito lo scorso anno da Pogacar, dominatore per non dire cannibale di una edizione comunque da ricordare, mentre stavolta dobbiamo accontentarci delle seconde linee capaci tuttavia di regalarci una battaglia, ci auguriamo, più serrata ed equilibrata. Ne va dello spettacolo e del seguito di uno sport che ha bisogno di far vivere emozioni.
Dettagli
La partenza sarà domani (venerdì anzichè sabato come al solito) dall’Albania con la Durazzo Tirana, frazione mossa che può già riservare sorprese. Le prime tappe in terra albanese non saranno tranquille, mentre per le prime volate bisognerà aspettare il ritorno in Italia dove dalla Puglia si risalirà lo Stivale fino al Sestriere e al temuto colle delle Finestre.
Brescia sarà solo sfiorata dalla carovana, nella 17esima tappa da San Michele all’Adige a Bormio di 155 chilometri del 28 maggio, con il passaggio al Tonale prima di scendere a Monno per intraprendere la salita del Mortirolo che potrebbe fare la differenza.
Ecco alcuni numeri del Giro: saranno come al solito 21 le tappe tre giorni di riposo, due cronometro, una subito in Albania al secondo giorno, l’altra prima delle Alpi a Lucca. I corridori al via saranno 184 suddivisi in 23 squadre (18 World Tour e cinque invitate) da otto atleti ciascuna. Gli italiani sempre in calo saranno solo 48, dei quali tre bresciani: Cristian Scaroni, Alessandro Tonelli e Giosuè Epis.
I favoriti
Sul fronte dei favoriti i bookmaker indicano una lotta fra Roglic e Ayuso, tuttavia sono in molti a potersi inserire per una posto sul podio. Lo sloveno Roglic, vincitore nel 2023 è uno dei cinque ex vincitori del Giro al via di questa edizione (gli altri sono i colombiani Quintana e Bernal, l’australiano Hindley compagno di scuderia di Roglic, l’ecuadoregno Carapaz) ma bisogna stare attenti anche alle sorprese.
Alcune squadre arrivano con più punte a partire dalla Red Bull con Roglic che ha già 35 anni, Hindley che un Giro l’ha già vinto e il colombiano Martinez, la Uae con Ayuso che annovera però anche Vine e Yates, altre hanno dei guastatori che possono dire la loro. Tiberi della Bahrain di Sonny Colbrelli è una delle poche speranze italiane al pari di Ciccone della Lidl Trek, Bernal della Ineos cerca di rilanciarsi dopo i problemi di salute avuti, il francese Gaudu è reduce da un infortunio, il transalpino Bardet all’ultima recita prima di appendere la bici al chiodo, Landa della Soudal deve dimostrare di poter vincere qualcosa.

Ci sono poi 2 grandi incognite: Van Aert che ha sacrificato qualcosa nelle Classiche del nord per preparare il Giro d’Italia con l’intento di fare classifica, mentre Tom Pidcock ha le carte in regola per puntare al podio anche se la sua squadra non sembra abbastanza attrezzata per supportarlo. Il Giro senza un padrone designato ci ha insegnato spesso due cose: o vien fuori una corsa battagliata e spettacolare oppure una battaglia di nervi e di posizione che non giova allo spettacolo. Fra le novità di questa edizione da segnalare gli abbuoni ai traguardi volanti sponsorizzati Red Bull: vedremo se effettivamente saranno un beneficio per lo spettacolo oppure saranno controproducenti.
Dove vedere il Giro
La tv seguirà passo dopo passo il Giro con dirette sui canali Rai (Raisporto e RaiDue) e Discovery+ Eurosport. Sulla Rai la telecronaca in diretta integrale di ogni tappa sarà affidata inizialmente alla coppia formata da Andrea De Luca e Alessandro Petacchi e andrà in onda su Raisport fino alle 14. Cambio di canale e di voce, si passa su RaiDue, con Francesco Pancani e il commento tecnico di Stefano Garzelli.
Per quanto riguarda il Giornale di Brescia la novità sarà il commento tecnico e la rubrica quotidiana fino al 1 giugno tenuta dal pluridecorato dei tecnici bresciani, Giuseppe Martinelli.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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