Colbrelli fa le carte al Giro d’Italia: «Pogacar re e spero in Tiberi»

Più che un re, quasi un despota, dominatore assoluto che gioca con gli avversari come il gatto con il topo. E sono in molti in gruppo e nell’ambiente ad arricciare il naso, mentre alla gente piace il modo di correre dello sloveno, senza calcoli, totalmente o quasi istintivo divertendosi e divertendo.
Sonny Colbrelli che, appesa la bici al chiodo ed entrato nello staff Bahrain, ha ottenuto una licenza in questi giorni per accompagnare, da testimonial Valsir, i cicloamatori e appassionati di ciclismo al Giro E. «È una bella esperienza che ho fatto anche lo scorso anno, ci divertiamo, facciamo delle grandi risate con le nostre ciclopasseggiate con le bici a pedalata assistita e al tempo stesso seguiamo il Giro con interesse».
Le piace questo Giro?
«Diciamo che finora appare un monologo, nel senso che Pogacar è stato protagonista su ogni traguardo. È vero che il ciclismo negli ultimi anni è profondamente cambiato, tuttavia secondo me Tadej sbaglia a correre così».
In che senso?
«Tanto per cominciare nella tappa con traguardo ai Prati di Tivo se fossi stato in lui non avrei aspettato la volata, sarei partito a due o tre chilometri e li avrei lasciati tutti lì. È talmente superiore che attendere la volata è suonato un poco come una presa in giro degli avversari. L’ho trovato un comportamento poco rispettoso. A meno che non fosse in giornata e in tal caso ha mascherato molto bene la situazione, ma è una eventualità alla quale non credo».
La sorpresa gradita per noi italiani è stata quella di Tiberi che corre per il suo team che ha provato a staccare la maglia rosa.
«Purtroppo il ragazzo ha perso tanto tempo ad Oropa. Ha bucato ai piedi della salita, ha dovuto cambiare la bici e poco dopo ricambiarla nuovamente. Ora è un po’ indietro ma promette bene per le tappe a venire. Se regge bene la terza settimana, può fare un pensierino al podio».
Veniamo alla tappa bresciana della quale è testimonial, la Manerba del Garda-Livigno in programma domenica prossima. La ricognizione che racconta da oggi a venerdì sugli schermi di Teletutto e sul sito web del Giornale di Brescia con clip da 8’ l’una in onda in tre fasce orarie (alle 13.05, 20.25 e 22.45 al termine del Tg) ci restituisce una tappa d’altri tempi con cinquemila metri di dislivello.
Le è piaciuto ripercorrerla?
«È stato un piacere raccontare questa tappa che mi vedrà anche alla partenza e che transiterà dalle mie parti, con il passaggio emozionante per me da Casto, le salite del Lodrino e del Colle San Zeno (inedita per il Giro) che conosco bene. Sarà la tappa più dura e avviene il giorno dopo la cronometro. Bisognerà dosare bene gli sforzi per non andare fuori giri, ma i coraggiosi potranno provare ad attaccare il re, finora, di questo Giro comunque bello e moderno, con tanta gente a bordo strada».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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