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Ciclismo, il rovatese Martinelli campione d'Italia

Il ventenne di Rovato conquista nel perugino il titolo tricolore della crono dilettanti e rilancia le ambizioni.
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Davide Martinelli campione italiano dilettanti della cronometro. Martinelli come Roberto Visentini. Il bresciano di Lodetto conquista il titolo tricolore (già vinto due anni fa fra gli Juniores a Ospitaletto) come accadde al campione gardesano 36 anni fa. Sono gli unici due bresciani nella storia del ciclismo (se escludiamo l’abruzzese Orfeo Pizzoferrato bresciano d’adozione e due volte fregiato del tricolore) ad entrare nell’albo d’oro della specialità (nella prova in linea invece i bresciani con il tricolore sono ben cinque).

Martinelli, in forza alla «Foods Italia Mg K Vis Norda» guidata dal bresciano Tiziano «Ciulino» Gozio ci è riuscito ieri a Ponte San Giovanni, in provincia di Perugia, al termine di una prova di 27 chilometri che ha visto il figlio di Beppe (ex pro e oggi team manager dell’Astana in corsa per vincere il Giro d’Italia con Vincenzo Nibali) completare il percorso in 34’18’’ precedendo la sorpresa Andrea Toniatti (Zalf Fior) di 20’’ e Luca Sterbini, uno dei favoriti della vigilia (Vini Fantini D'Angelo & Antenucci) di 33’’.

«Sono felicissimo - le prime parole di Davide - anche perché lo scorso anno c’ero rimasto male per il secondo posto alle spalle di Coledan. Conoscevo bene il percorso perché è lo stesso del 2012. Sono partito bene impostando un buon ritmo ma senza forzare, poi ho dato gas nella seconda parte».

Dopo un inizio stagione difficile, ad inizio maggio Martinelli si è sbloccato andando a vincere a Stagno Lombardo, cogliendo un piazzamento sul podio nel circuito del Porto a Cremona e piazzandosi in una corsa a tappe in Spagna. «Sto attraversando un buon momento di forma e intendo sfruttarlo».

La maglia di campione italiano cambia anche le prospettive per Martinelli che lo scorso anno fece un’esperienza da stagista nei professionisti con il team Sky. «Mi piacerebbe ripetere l’esperienza e magari, perché no, firmare per il passaggio fra i professionisti. Non sono propenso a restare troppo nei dilettanti per un semplice motivo: i primi due anni da professionista solitamente si soffre per il passaggio di categoria. Se faccio il salto a 21 anni, per i 24 possono pensare di essere competitivo, se passo dopo devo aspettare ancora».

Scalpita il ragazzo di Lodetto, ma non prende, almeno per ora in considerazione la squadra di papà Beppe. «Preferisco guadagnarmi il posto sudando, con mio padre in squadra si creerebbero situazioni antipatiche nei confronti degli altri compagni di squadra, voglio evitarle. Naturalmente con lui mi confronto e ne ascolto i consigli».

Appassionato cacciatore, Martinelli sa mirare giusto i prossimi obiettivi: «Mi piacciono i Giochi del Mediterraneo in programma a fine giugno. Con la Nazionale potrei fare bene nella prova contro il tempo. E poi la prova in linea al Gp Felino per tentare un clamoroso bis».

Un corridore, Martinelli, che ricorda nelle caratteristiche Marco Velo. «È vero - un po’ mi ci ritrovo, e poi mi fa piacere perché è un bresciano come me. Oggi andare bene nelle cronometro è fondamentale per vincere le corse a tappe. Mi piacerebbe un sogno provare questa ebbrezza fra i professionisti».

Paolo Venturini

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