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Caso Gallo, ora indaga la Digos

Sentito in questura Fabio Gallo. Giampaolo lo voleva come vice, ma gli ultrà l'hanno spinto a rinunciare all'incarico.
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E adesso la palla è passata alla Digos. Dopo la rinuncia di Fabio Gallo, il vice allenatore scelto da Giampaolo, che non se l’è sentita di accettare l’incarico a fronte della contestazione di una parte della tifoseria, i poliziotti hanno inteso verificare che la vicenda sia rimasta nell’ambito della legalità.

I fatti sono noti. Fin dal giorno in cui il nuovo allenatore del Brescia aveva annunciato la presenza nel suo staff dell’ex rondinella, una parte della tifoseria aveva manifestato la sua ostilità, legata alle sei stagioni nelle quali il centrocampista aveva vestito la maglia dell’Atalanta,subito dopo aver concluso l’esperienza nel Brescia. Ostilità espressa al tecnico abruzzese in occasione del raduno della squadra mercoledì 3 e ribadita sabato 6 luglio allo stesso giocatore in un incontro avvenuto alla presenza di alcuni agenti, dopo il quale Gallo si era preso alcuni giorni di tempo per decidere del suo futuro.

Dopo la decisione di rinunciare all’incarico, la Digos vuole accertare che non siano stati commessi reati, ovvero che l’ex rondinella non sia stata oggetto di minacce. Per questo ieri in Questura sono stati ascoltati lo stesso Gallo e il direttore sportivo del Brescia Pierfrancesco Visci.

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