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Caracciolo: "Mi vedo con la maglia del centenario"

Le voci di mercato ci sono, ma Andrea Caracciolo non ci fa caso. "Perché - dice - capisco il Brescia che deve fare certi discorsi, non essendo il Real Madrid, ma io mi vedo con la maglia del centenario".
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Il Brescia riprende ad allenarsi e tocca ad Andrea Caracciolo fare il punto della situazione, viste anche le voci di mercato che lo riguardano. Lui, che per due anni è sempre stato dichiarato incedibile, ora è in situazione diversa. "Leggo tante cose - ammette - ed è normale che il Brescia faccia certi discorsi. Non è il Real Madrid, ha bisogno di vendere per fare cassa e investire sui giovani. Diamanti incedibile? Sui giornali  a volte i direttori sportivi pronunciano frasi che poi magari non sono vere e Alessandro chissà, sarà il primo a essere venduto. Io spero resti e disputi un grande girone di ritorno, come dobbiamo farlo tutti noi".

Il bilancio del 2010 è positivo per l'Airone, "anche perché abbiamo riconquistato la serie A dopo tanti sacrifici. Il gol dell'anno? Per me resta il rigore contro il Torino nella finale play off di ritorno. Pima di calciare avevo le mani sulle ginocchia non per la stanchezza, ma perché mi tremavano. E quando ho visto il pallone alzarsi ho provato paura".
 

Si torna al mercato, alle voci di gennaio e Caracciolo ammette: "Io mi vedo con la maglia del centenario addosso, perché da quando sono qui ho smesso di pensare al mercato. Cosa mi aspetto dal 2011? Di battere il Cesena, giocando in qualsiasi modo. E' fondamentale per noi vincere uno scontro diretto visto che fino ad ora ne abbiamo persi parecchi. In fondo non siamo spacciati, la salvezza è ancora possibile".

Resta però qualche problema di troppo sotto porta... "Ci vuole più cattiveria da parte di tutti. Noi davanti dovremmo avere la fame di Pippo Inzaghi e magari migliorare negli inserimenti dei centrocampisti". Paura di retrocedere, nervosismo: la piazza è in fermento vista la classifica. "Ci sta - chiude Caracciolo - che la gente sia spazientita. Il gruppo però non può avere paura, nè essere nervoso: se qualcuno di noi dovesse sentirsi così, allora è giusto che non giochi in serie A, perché ci vogliono gli attributi. il nostro compito è quello di reagire, essere undici leoni come contro la Sampdoria".

Gianluca Magro

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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