Serie D, per il Desenzano il primo posto è un chiodo fisso

Dopo l’allenamento congiunto di sabato con il Ciliverghe, la caccia alla capolista sta per ripartire: dopodomani, mercoledì, alle 14.30, per il Desenzano Calvina c’è il recupero della diciassettesima giornata d’andata con la Folgore Caratese, in trasferta.
Le parole
«Non vediamo l’ora - ammette il capitano Nicolas Giani -. Da un lato è stato giusto, con i tempi che corrono, sebbene fortunatamente la nostra squadra non sia stata coinvolta in modo massiccio. Dall’altro, siamo stati troppo lontani da una partita: è bello e importante allenarsi, ma la sana adrenalina dei 90 minuti è mancata parecchio. È lì il banco di prova per eccellenza, in cui ci misuriamo e capiamo la nostra forza».
E, anche senza alcun fischio dell’arbitro a dirigere le ostilità, lo spirito competitivo in questo periodo forzato di stop è stato costantemente rivolto alla vetta della classifica del girone B, momentaneamente occupata dal Sangiuliano City, avanti un solo punto, ma con una gara in arretrato in più rispetto ai gardesani. «È inevitabile che il pensiero andasse a chi ci precede - confessa il difensore classe 1986 -: vogliamo sempre crescere e migliorarci. Abbiamo un’ottima squadra e anche gli ultimi arrivati (Spini e Ferrara, ndr) si sono integrati benissimo nel gruppo. È bello avere frecce in più al nostro arco per affrontare il prosieguo del campionato».
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Un cammino, quello dei biancazzurri, che finora è da pollice in su («siamo in alto e desideriamo restarci, è l’unione d’intenti di società, staff e team», osserva Giani), ma che dovrebbe forse rendere il «fattore-campo» maggiormente efficace. «Purtroppo le principali sconfitte sono maturate al Tre Stelle e questo aspetto va sicuramente perfezionato», concorda l’ex FeralpiSalò.
Non da meno, probabilmente è mancato qualche gol dalla retroguardia (a tal proposito solo Giani è riuscito a segnare in due occasioni, su rigore), nonché sui calci piazzati. E dire che entrambi i fattori, con dei difensori prestanti e abili di testa quali lo stesso Giani, Boscolo Berto e Munaretto, sembravano due armi molto temibili per gli avversari. «Ci siamo un po’ arenati per quanto riguarda questo aspetto, ma speriamo di dare anche noi un apporto in fase realizzativa - conclude il leader della retroguardia, con la fascia al braccio -. Chissà. Magari già mercoledì saremo decisivi».
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