Serie D, mister Tacchinardi chiede al Breno di segnare di più

«Il momento decisivo? Credo che sarà alla ripartenza, dopo una pausa più lunga del previsto: diciamo che a marzo occorrerà arrivare lanciati, magari avendo preso un paio di metri di vantaggio sulle altre». Ha studiato il calendario l’allenatore del Breno Mario Tacchinardi, ed è pronto a fare le carte al torneo che verrà. Domenica prossima, intanto, si torna in campo a Villa d’Almè, dato che sembrerebbero scongiurati nuovi rinvii.
Perplessità
«Noi ci siamo, abbiamo recuperato gli otto-nove positivi che abbiamo avuto da Natale in avanti e ad oggi abbiamo un solo indisponibile per Covid - spiega Tacchinardi -. Piuttosto, resta da capire come andranno gli altri recuperi, specie quelli di Legnano e Caravaggio che, con tre gare in meno, sono quelle che hanno bisogno di più tempo. Il mio timore è che scenderemo in campo il 23 e poi il 30 saremo fermi perché dovremo aspettare altri recuperi: non credo che, con questi spazi stretti, si riesca a completare tutta l’andata entro il 30 gennaio. Spero di sbagliarmi, perché questi stop and go non fanno benissimo. Ma ci adeguiamo».
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Movimenti
Capitolo mercato: ha salutato Carminati, passato in Eccellenza al CazzagoBornato, è rimasto Manzoni, che aveva qualche richiesta sempre al piano di sotto. Arriverà qualcuno? «L’idea di massima è inserire un classe 2003, per avere qualche alternativa. Ma non ci saranno stravolgimenti: la rosa è questa e dà sufficienti garanzie per provare l’assalto ai play off». Nessuna scaramanzia, nessuna parola proibita.
Che sforzo servirà? «Non sono un tipo che ama le tabelle, ma provo a fare un pronostico: in un torneo così equilibrato, ma più lungo di quattro giornate rispetto all’anno scorso, credo che la salvezza sarà sempre sopra quota 42 punti, per i play off servirà superare i 60 punti, mentre per arrivare primi si dovrà girare oltre la soglia dei 75». Dove dovrà avvenire, dunque, il cambio di passo, dato che i 26 punti dell’andata, se raddoppiati, non basterebbero al Breno per entrare nelle prime cinque? «Posto che noi andiamo sempre meglio nel ritorno, io non chiedo alla mia squadra di migliorare i numeri difensivi: noi siamo così, giochiamo aperti e possiamo rischiare. Quello che chiedo è di migliorare quello che già facciamo bene: tradotto, adesso dobbiamo segnare un po’ di più, dato che creiamo tanto e dunque dobbiamo sfruttare al meglio quanto prodotto. Noi siamo così, non possiamo e non dobbiamo cambiare pelle».
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