Serie D, Breno sfida la capolista Sangiuliano

Dopo 7 punti in 3 partite e 2 incontri senza gol presi c’è il Sangiuliano City Nova Tacchinardi: «Ci proviamo»
Un'azione del Breno nell'ultimo derby contro il Desenzano
Un'azione del Breno nell'ultimo derby contro il Desenzano
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Arriva la capolista Sangiuliano, ma il Breno a scansarsi non ci pensa proprio. Anche perché la tradizione con le big al Tassara impone di crederci: da queste parti, delle prime dieci della classe, ha vinto soltanto il Brusaporto, in quella che è stata una delle uniche due sconfitte interne dei camuni sin qui. Consapevolezza. «Ci proveremo, consci che il Sangiuliano è la migliore formazione del lotto e lo sta dimostrando - spiega Mario Tacchinardi -. Tuttavia, se sapremo ripetere la grande prova difensiva delle ultime due partite (zero gol incassati e poche occasioni concesse sia al Desenzano Calvina, sia al Ponte San Pietro, ndr) potremo dire la nostra».

La partita

Partiamo dalle note dolenti: non saranno della partita Tota, Mauri, Sampietro e Boldini, con quest’ultimo che potrebbe avere chiuso anzitempo la stagione per una microfrattura. Tuttavia anche in piena emergenza il Breno ha dimostrato di poter dire la sua e mettere in difficoltà chiunque. «Non so se riusciremo a prendere in mano il gioco come proviamo a fare di solito - spiega Tacchinardi - perché in campo dobbiamo fare sempre i conti con gli avversari. Loro puntano molto sulla verticalità e sulla qualità dei loro attaccanti, di categoria superiore. Tuttavia, se è vero che creano molto, è altrettanto giusto ricordare che concedono sempre 4-5 occasioni importanti a partita: questo accade per il loro modo di giocare, che non è spregiudicato ma certamente offensivo e non speculativo. Quindi, se siamo attenti nella fase difensiva, possiamo colpirli e magari sfruttare qualche contro break, dato che in genere siamo bravi a recuperare palla in zona offensiva. Ma servirà molta qualità nelle giocate negli ultimi 20 metri». 

Soluzioni

Per questo Tacchinardi dovrebbe piazzare Pelamatti, più fisico, nel ruolo insolito di terzino destro, spostando in avanti gente coi piedi più educati come Goglino, Melchiori e Tanghetti, a supporto di Triglia, alla caccia del gol perduto. Un 4-2-3-1, che può trasformarsi in 4-4-2 in fase difensiva e, nei momenti di spinta, anche in 4-2-4. Il pari potrebbe soddisfare le due squadre? «Calendario alla mano, e visto quello che ci attende - spiega Tacchinardi - forse sì, ma non credo che né noi né loro ci accontenteremo. Proveremo invece a spuntarla».

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