Poiatti, per il compleanno un giorno alla Maradona

La prodezza dell’attaccante del Pian Camuno: un gol da quasi metà campo poco dopo l’inizio gara
Matteo Poiatti (Pian Camuno) di gol ne fa parecchi, ma quello di domenica è speciale - Foto NewReport © www.giornaledibrescia.it
Matteo Poiatti (Pian Camuno) di gol ne fa parecchi, ma quello di domenica è speciale - Foto NewReport © www.giornaledibrescia.it
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Il calcio è (anche) questo: tecnica, genio e coraggio che si fondono in una frazione di secondo per regalare il proverbiale «gol della domenica». E se la domenica-capolavoro coincide con il giorno del compleanno, allora la festa è completa. Il regalo più bello se l’è fatto Matteo Poiatti, attaccante del Pian Camuno di Prima categoria, che per i suoi trent’anni ha messo il costume da supereroe facendo sussurrare il nome di Maradona a mezza tribuna dello stadio Comunale di Pianico. L’amarcord è l’indimenticabile Napoli-Verona della stagione 1985/1986, quando il Pibe segnò uno dei suoi gol più iconici con una palombella da 40 metri che beffò Garella. Il nostro presente, invece, è appena fuori dalla porta: Pianico-Pian Camuno, girone E di prima categoria, minuto 1’.

Calcio d’inizio, lancio della formazione bergamasca intercettato da «Poia» e la magia è servita: tunnel a rientrare sul terzino di casa e destro da centrocampo che tiene in sospeso il fiato dei presenti al Comunale prima di insaccarsi sotto la traversa alle spalle di Bertoli. È il vantaggio camuno che darà il via al 3-0 finale per la squadra di Maggioni (al San Paolo, quasi quarant’anni fa, invece finì 5-0 per i partenopei, ma questo è un dettaglio). Ma per un giorno, mettiamo da parte la modestia e diamo a Poiatti ciò che è di Poiatti.

Il curriculum del classe 1992 parla tutto camuno. Partendo da Darfo (Serie D), il bomber ha fatto fermata a Sovere (Eccellenza) due anni per poi passare sei stagioni con la maglia del Sellero (in Promozione e Prima categoria). Da quattro stagioni la sua casa è Pian Camuno. Un’ottantina di gol per tutti i gusti: testa, destro, sinistro, tacco e magari anche un braccio involontario. Ma questo è unico. Indimenticabile. Che sia il jolly pescato in un mazzo di carte tutte uguali, o un nuovo pezzo del suo repertorio, lo sapremo solo aspettando: di certo resta il gesto tecnico e il piacere di riviverlo sulle tv locali (e magari sui social). In occasioni così, anche l’accostamento ai grandi miti del passato non è un azzardo.

Poiatti e il suo eurogol insegnano che ci sono domeniche e domeniche, gol importanti e altri meno: questo è stato un concentrato di perfezione bevuto tutto d’un fiato per spegnere le candeline di un giorno speciale. «Niente di che, ho visto il portiere fuori e ci ho provato», dice Poiatti con la consueta serenità. Dedica? «Nessuno in particolare, altrimenti se dimentico qualcuno mi tirano le orecchie...». Va benissimo così. Buon compleanno.

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