Gussago e Casaglio un comune e due feste: «Una gioia condivisa»

E chi lo ha detto che tra cugini, almeno nel calcio, bisogna per forza guardarsi storto? La favola di Gussago e Casaglio, comune e frazione, è quella di due società promosse insieme, a distanza di una settimana l’una dall’altra: il Casaglio salito in Seconda il sabato di Pasqua; il Gussago tornato in Prima giusto domenica.
Insieme
Ma sul carro dei vincitori c’è abbastanza spazio per tutti. «È stato un torneo ben condotto - spiega il presidente del Gussago, Renato Verona - e il nostro orgoglio è avere vinto con un blocco che fa parte del nostro paese, perché i giovani sono gussaghesi doc. Certo, avevamo bisogno anche di qualche “vecchietto” esperto in categoria, ma posso garantire che abbiamo vinto senza fare spese folli. Il nostro tecnico Lodrini si è rivelato uno dei migliori: lo conoscevo come calciatore, mi ha stupito come allenatore. Lo strappo decisivo è stato nel big match col Bienno, poi abbiamo gestito e ci siamo presi il trionfo. Credo che per un paese come Gussago la Prima categoria sia il giusto orizzonte».
In esilio

E il Casaglio invece? La favola parte da un incubo, che poteva materializzarsi in estate. «Arrivavo dall’esperienza di direttore sportivo al Sarezzo - spiega Francesco Longo, presidente della società promossa in Seconda - e mi è stato chiesto di dare una mano, perché il rischio reale era quello della sparizione. È un club che ha una sua storia e che, dopo avere avuto garanzie di continuità, voleva togliersi lo sfizio di vincere il campionato e riassaggiare la Seconda. Missione compiuta: non appena il gruppo si è conosciuto e ha preso il ritmo, non ci ha più fermato nessuno».
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Due squadre, un paese, un solo campo. Ed è su questo punto che i rapporti potevano guastarsi. Invece… «Siamo in ottimi rapporti col Gussago e siamo stati molto felici della loro promozione - spiega Longo -. Abbiamo sempre collaborato e ancora lo faremo in futuro. Il campo? C’è un progetto dell’attuale amministrazione che, se confermata, potrebbe concretizzarsi, creando un impianto in erba sintetica. Per noi sarebbe un toccasana, dato che il Casaglio è un po’ costretto a girovagare: quest’anno a Roncadelle non ci hanno mai fatto mancare l’ospitalità, ma vorremmo giocare a casa nostra. Il sintetico è un’opzione, o magari alternare il calendario con il Gussago».
«La scelta dell’amministrazione - spiega Verona - è legata anche alla categoria, alla storia del nostro club e soprattutto ad un settore giovanile con 300 tesserati. Ma davvero non c’è mai stata nessuna polemica: è il momento di una gioia condivisa».
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