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Budget risicato e pochi aiuti dietro l'addio al Brescia femminile

Il presidente Cesari spiega la cessione del diritto sportivo al Milan maschile: «Impossibile restare competitivi col nostro budget»
ADDIO AL BRESCIA FEMMINILE
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Addio Brescia calcio femminile. O meglio, addio al Brescia che vince scudetto, coppa Italia e supercoppa, al Brescia che porta in alto il nome della nostra città anche fuori dall’Italia (due volte in Francia ed in Danimarca, in Inghilterra, in Germania, in Polonia ed in Olanda), in Champions League per cinque anni di fila.

Il comunicato con il quale lunedì sera la Federcalcio ha infatti ufficializzato il passaggio dei diritti della squadra bresciana al Milan, che quindi giocherà il prossimo campionato di serie A al posto delle Leonesse (ma non la Champions) fa perdere alla nostra città la squadra di vertice del calcio in rosa.

«Il Brescia, però, non sparisce: nel prossimo anno ci iscriveremo al campionato di Eccellenza, il nuovo nome del massimo torneo regionale. Però non era possibile restare competitivi in serie A con il nostro budget», ricorda Cesari, che non nasconde di essersi sentito lasciato solo. «Ho ricevuto solo pacche sulle spalle», dice.


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