Brescia nel limbo, Cellino copre le carte: tutto in stand by

Fatto il quadro dirigenziale, nel cronoprogramma di Massimo Cellino a strettissimo giro di posta si sarebbe dovuto definire anche il quadro tecnico. Era lanciato in quinta il patròn del Brescia che poi però all’improvviso ha deciso di scalare le marce e viaggiare a velocità di crociera. Prendendosi il giusto tempo per capire quale versante sia meglio esplorare in tema di allenatore.
Cellino ha sostanzialmente fatto calare il silenzio. Da qualche giorno è fuori città e in base al poco - quasi nulla - che si sa, rientrerà a Brescia all’inizio della prossima settimana. E solo allora, in «presenza», il patròn scoprirà tutte le carte che sta tenendo in mano in questi giorni e comunicherà la sua decisione sul nome al quale affidare la panchina lasciata libera da Pep Clotet. Sono tante le panchine di serie B ancora in cerca di un padrone.
Forse anche per questo Cellino - che entro il 15 deve anche stabilire i nuovi termini per la cessione definitiva di Tonali al Milan - si è dato ulteriore tempo per pesare ogni mossa possibile. Ma è chiaro che la mancanza del riferimento tecnico di conseguenza blocca anche i piani di costruzione di una squadra in cui sono tante le situazioni borderline, ovvero di giocatori a cavallo tra la partenza e l’addio visto che sono in parecchi a scadenza 2022.
Pippo e gli altri. Insomma, c’è tantissimo da fare senza contare la necessità di far partire definitivamente la macchina anche da un punto di vista logistico: ci sono da definire le date del ritiro, il programma delle amichevoli eccetera... È quasi nullo in questi giorni il via vai dalla sede di via Solferino. Il direttore sportivo Roberto Gemmi prende appuntamenti con gli agenti dei giocatori, seleziona profili che possono interessare al Brescia: ma non può che trattarsi di un semplice lavoro di scrematura allo stato attuale. Il tutto mentre il «codirettore» Christian Botturi è immerso anche nel lavoro del settore giovanile per instradare il neo responsabile del vivaio Marco Zanardini. Tutto quanto però è nel limbo oltre che avvolto in una certa dose di mistero. In pieno stile celliniano con il patròn che da par suo si sta occupando in prima (e unica) persona della vicenda allenatore. Con tante idee che gli frullano in testa.
Pippo Inzaghi (assistito dal procuratore bresciano Tullio Tinti col quale i rapporti dopo un periodo di stanca sono tornati buoni) è la grande suggestione alla quale il presidente prova a lavorare mentre molte altre piste sono aperte. C’è l’idea Fabio Liverani però ancora sotto contratto col Parma a cifre importanti, come quelle di Inzaghi al Benevento. Ecco: quello economico può essere uno scoglio vero considerando che a libro paga ci sono ancora Gigi Delneri, Diego Lopez e Davide Dionigi. In questo momento non è da escludere nemmeno la richiamata di uno tra Delneri (come tutor di Gastaldello, il quale rappresenta la soluzione fatta in casa qualora nessuna strada diversa si rivelasse percorribile) e Lopez. Da non scartare nemmeno l’idea di un emergente dalla serie C: il nome di Massimo Pavanel (FeralpiSalò) è segnato. Certo, tanta incertezza favorisce il fiorire di suggestioni. «Ho ricevuto una proposta per un ruolo dirigenziale da parte di una società, mi intriga» ha detto ieri Gian Piero Ventura. Ricordando i suoi trascorsi a Cagliari con Cellino, sapendo della passione mai sopita del presidente per l’istituzione del ruolo di direttore tecnico, inevitabile - pur senza elementi concreti - fare una associazione di idee.
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