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Brescia, Mazzone vota Giampaolo

«Sbagliato avere dei pregiudizi sul nuovo tecnico: è bravo. Calori meritava la conferma, ma Corioni è fatto così: prendere o lasciare».
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Marco Giampaolo: ultimo domicilio felice conosciuto, calcisticamente parlando, Ascoli. Ascoli: cioè il feudo incontrastato del decano degli allenatori. O perlomeno dell’ultimo allenatore che a Brescia è stato protagonista di un’epoca vera e propria: Carlo Mazzone. Ora, dopo un maxi periodo interlocutorio, le intenzioni della società di via Bazoli sono quelle di inaugurare una nuova era, che riporti il Brescia in alto. Primo mattoncino, l’ingaggio a lungo termine di Marco Giampaolo: «E alla gente di Brescia - dice Mazzone - dico subito che sarebbe sbagliato avere dei pregiudizi di partenza su questo "ragazzo", che conosco come allenatore preparato e persona per bene, solo perché non ha avuto ultimamente esperienze fortunate: giudicatelo sul presente e sul futuro, non sul passato. Si apre un libro nuovo e bisogna avere la voglia di leggerlo come merita».

Idealmente, la parabola di Mazzone - che sia ad Ascoli o nella residenza estiva di San Benedetto del Tronto - è sempre puntata su Brescia: «Non mi scappa niente, sono sempre attento a quel che succede da voi: pochi posti mi sono rimasti nel cuore come la vostra piazza».

Mazzone, visto che è tanto attento, da esterno può permettersi di fare delle valutazioni. Cominciamo dall’addio di Calori?

«Sapete che Sandro per me è una persona speciale. Ha cercato di fare grandi cose lì, ha cercato di farle in tutti i modi... Meritava la conferma, ma che volete: il nostro è un "mestieraccio". Bisogna accettare tutto e Calori saprà rifarsi altrove. Gli faccio un grande in bocca al lupo».

A Giampaolo invece dà il benvenuto?

«Certamente. Ad Ascoli ha lasciato un grande segno, sia in serie A che in serie B. Qui è ricordato con molto piacere sia dal punto di vista umano che calcistico. È un allenatore propositivo».

Il fatto che firmerà un contratto pluriennale cosa significa?

«È un elemento determinante. Vuol dire che davvero il presidente ha intenzione di fare le cose perbene. Vuol dire che l’allenatore verrà tutelato e messo nelle condizioni di fare il meglio. Plaudo alla decisione di Corioni: sono molto contento. Nel calcio purtroppo non c'è la pazienza di aspettare, si vuole tutto e subito e a volte il rispetto per l’allenatore viene un po’ meno....».

Bisogna anche invitare il presidente ad essere più benevolo nei confronti dei suoi allenatori? Di farli lavorare più tranquilli?

«Al presidente non mi permetto di fare nessun richiamo. Sapete quanto io sia legato a lui anche se ricordo bene che ha il suo bel carattere: bisogna prenderlo così. E se uno non lo prende così, allora deve fare a meno di venire al Brescia. Prendere o lasciare».

C’è un messaggio dei suoi che desidera lasciare all’ambiente bresciano?

«Fate tutti il vostro dovere: tifosi, giornalisti... Sostenete la società e il nuovo allenatore e speriamo che si possa tornare presto in serie A. Mando un abbraccio a tutti, a partire dal presidente. Un pezzo del mio cuore è rimasto nella vostra città».

Erica Bariselli

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