Brescia, in viaggio 6 bellissimo e di nuovo in media inglese

Una furia per niente cieca, ma che anzi ci ha visto benissimo: perché è stata incanalata, mirata. È stata furia ragionata: è stato il fantastico ossimoro di cui il Brescia si è avvalso sul campo del Parma. Aveva fatto eco la (modalità della) sconfitta con il Pisa: ha fatto (ancora più) eco la vittoria del «Tardini». Incontestabile da qualunque punto di vista la si riesamini. Per preparazione, interpretazione, gestione: è stata una vittoria fatta e finita.
La cosa che ha contato, esattamente come per il Pisa - ma al contrario - è stato il famoso «come»: di spada e di fioretto, di aggressività e di precisione, di fisico e di testa.
Dopo la sconfitta
Tanta testa (compreso il gol di Cistana). Dopo essersi quasi «autosospeso» (ripetiamo: era dispiaciuta non la sconfitta in sé, ma che le mancanze delle rondinelle avessero sopravanzato i meriti degli avversari) sei giorni fa, il Brescia si è ripresentato tra i ranghi autorevole e autoritario (ha vinto anche in un modo nuovo: segnando subito e tenendo il gol fino alla fine:), spietato contro un Parma che ha denotato sintomi evidenti di squadra malata, ma il cui stato comatoso nulla toglie al valore della prova di un Brescia (bravo semmai a esasperare le difficoltà dei ducali) che come da «tradizione» stagionale, ha dimostrato ancora una volta di avere non comuni doti di reazione dopo una forte delusione.
Di certo, ha contato anche come è stato gestito il post Pisa: con una razionalità che da queste parti non è mai da considerare scontata. Ci aveva messo del suo Cellino a caldo con un messaggio improntato alla fiducia e poi tutto, dalla catena dirigenziale con Francesco Marroccu in testa per arrivare a Filippo Inzaghi è stato a catena: ognuno, tenendo a bada l’emotività, ha fatto la propria parte, come si fa in una squadra. E non a caso, il successo quasi storico del «Tardini (prima di mercoledì) di mercoledì, è stato «di squadra». Che resta forse il complimento più bello che si possa fare a chi allena e a chi gioca.
Visto in campo

Non ci ricordavamo il tempo di vedere tante giocate di prima in un contesto armonioso (c’era bisogno di ritrovare questo tipo di segnali), di vedere arrivare il Brescia sempre primo sul pallone: segno allora che anche fisicamente la squadra sta bene e che quando non sembra sia così, è allora più che altro una questione di testa. Considerazione di certo semplicistica perché un gruppo è uno straordinario insieme di ingranaggi che possono andare in crisi nel funzionamento anche da un semplice granello di sabbia, ma è normale che sull’esterno si rifletta solo quello che il campo restituisce a livello visivo e di vibrazioni. Che di sicuro sono arrivate forti e chiare anche all’indirizzo del Monza di Giovanni Stroppa... Altra bella sfida quella di domenica.
Ma vale ancora la pena di soffermarsi un attimo sulla valenza dei frutti di Parma: ci sono stati i tre punti e la riconquista del primo posto, ma forse soprattutto c’è stato l’ottenimento dell’obiettivo a oggi più importante di un primo posto, vale a dire il fatto di aver «eliminato» dalla corsa una delle tre squadre che alla vigilia del campionato sia Inzaghi che Cellino (che tutti) ritenevano nel lotto delle tre più forti del Brescia. E domenica si gioca per tenere a una discreta distanza un’altra del lotto di cui sopra...
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A proposito di soffermarsi. Come non dare risalto agli stratosferici numeri da viaggio delle rondinelle? La «Inzaghi tour operator» ha collezionato fuori casa quasi il doppio dei punti fatti in casa: 19 contro 11 per una media, in trasferta, da 2.37 (che col «misero» 1.57 in casa dà la perfetta media inglese) a partita con già 6 vittorie incasellate: quella di Parma è stata la terza di fila dopo i blitz di Benevento e Vicenza. Bisoli e compagni sono a -2 dalle vittorie totali che in trasferta ottenne l’anno scorso l’Empoli che ci pareva una schiacciasassi.
Così come ci pareva tale il Brescia da promozione di Corini che in tutto lontano da casa prese 25 punti: la squadra attuale è già a 6 punti da quel «traguardo». Ma quella di volare in trasferta è una prerogativa delle squadre che con Inzaghi sono state vincenti: 13 i successi in esterna del suo Venezia, 12 quelle del Benevento dei record. E ci sono anche i quasi 2 gol di media segnati via da Mompiano per un totale di 15 mentre anche il dato dei gol incassati (8) è inferiore a quelli presi in casa (9). Ora, occorre trovare il modo di applicare la furia per niente cieca anche in casa.
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