Brescia, 5 allenatori per una stagione: storia di una corsa pazza

Ciak, si...tira! Era l’1 settembre dell'anno scorso e il Brescia girava il suo primo frame ufficiale del film della stagione 2020-2021 entrando, verso le 20, al Double Tree by Hilton Hotel per quella che pareva essere la sua prima notte ufficiale del ritiro estivo. Ufficiosamente, si venne a sapere poi che squadra e staff si erano trovati nella struttura alberghiera a due passi dal Rigamonti già da un paio di giorni per un inizio in piena sottotraccia. Anzi, in sordina, perchè mai di fatto venne comunicato il giorno d'inizio e tantomeno di fine dei primi allenamenti della nuova annata. Allenamenti che erano diretti da Gigi Delneri, che dal ruolo di direttore tecnico (una primizia per il 70enne friulano) al quale pareva destinato attorno a metà luglio, ruolo propostogli da Massimo Cellino nel corso di un paio d'incontri estivi, s'era ritrovato invece un paio di settimane prima del raduno a fare quello che aveva sempre fatto negli ultimi trentacinque (a parte gli ultimi quattro) anni della sua vita nel mondo del calcio, e cioè l'allenatore.

L'avvento ad inizio luglio del nuovo direttore generale Luigi Micheli, ex Spezia, ma soprattutto quello verso fine mese del nuovo, esperto direttore sportivo, Giorgio Perinetti ad affiancare il deb Stefano Cordone, arrivo postumo agli accordi presi da Cellino con Delneri, rischiava di creare confusione e l'idea del patron sardo di riutilizzare Delneri sulla panchina fu improvvisa (ci furono infatti almeno tre settimane buone di silenzio sull'uomo di Aquileia) quanto inattesa e segnò l'addio a Diego Lopez, il tecnico che aveva finito la precedente stagione e pareva destinato alla riconferma, «liquidato» da Cellino con una lettera resa pubblica sul sito del club che ne elogiava la professionalità e la dedizione alla causa, indicandolo come unico ingiusto capro espiatorio. E così, a Torbole, senza alcun programma reso pubblico, la squadra cominciò a lavorare sul campo. Squadra che ripartiva, volenti o nolenti, da molti dei giocatori della massima serie salutata pochi mesi appresso. Si lavora sulle idee calcistiche delneriane, seppur ecco già le prime defezioni causa Covid (che poi farà altri danni verso fine novembre) e i primi infortuni, ma la scure di Cellino s'abbatte prima del previsto: è la seconda giornata e lo 0-3 subìto a Cittadella fa recapitare l'esonero al basito Delneri.


La debacle interna con la nuova prima della classe Empoli è cancellata dal colpo al Mazza di Ferrara di fine anno, ma l'avvento di un gennaio nero come la pece porta in dote 4 sconfitte consecutive, un continuo mutamento tattico (si passa a 3 dietro con alternanza a 5 o a 4 sulla mediana) che confonde una squadra già involuta e agitata anche dai mal di pancia di qualche big che, ai ferri corti con il presidente, di lì a poco, lascerà il gruppo: Torregrossa, Sabelli e Dessena su tutti salutano e si accasano altrove. Le entrate invece sono, al 50%, un flop visto che su quattro, due (Ninkovic e Pandolfi) sono nota materia di tribunale sportivo, fatto questo che allargherà la crepa nei rapporti professionali tra Cellino e Perinetti. Finiscono così le 10 giornate dell'allenatore emiliano, silurato nel dopo 2-1 di Ascoli che faceva precipitare la squadra nell'incubo della zona playout.


Una remuntada fatta anche dal ritorno in campo dopo il lungo stop di Cistana che «sistema» la difesa, dall'esplosione di Ayé, capace di imbustare 14 gol che, oltre ai due di inizio stagione, l'hanno collocato, a quota 16 gol, sul podio dei marcatori della cadetteria e di due filotti da quattro vittorie consecutive con il golpe a Venezia del 6 marzo scorso, giocando un gran match, che rappresenta una vera svolta nella mentalità vincente delle rondinelle; così come il 3-1 alla Spal del primo maggio che da il là al materializzarsi del sogno aggancio playoff, ufficiale nella penultima col Pisa, fino a poche partite prima considerato una vera e propria utopia. La vittoria nell'ultima a Monza, con tanto di attesa di centinaia di tifosi festanti al ritorno del pullman al centro sportivo a Torbole, che conferma il settimo posto finale e certifica l'accesso agli spareggi promozione con tuttavia rapido epilogo.
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