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Bonomi e il Brescia Calcio: «Non siamo interessati alla società»

Aldo Bonomi parla a nome della famiglia e su Cellino dice: «Ha deluso i bresciani e anche se stesso»
Aldo Bonomi al volante sul percorso della Mille Miglia - Foto NewReporter/Checchi © www.giornaledibrescia.it
Aldo Bonomi al volante sul percorso della Mille Miglia - Foto NewReporter/Checchi © www.giornaledibrescia.it
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«La famiglia Bonomi non è assolutamente interessata e non lo sarà nemmeno nel prossimo futuro al Brescia Calcio». Così, diretto, come sempre lo è. Aldo Bonomi oggi è presidente dell’Aci Brescia, ma «ieri» è stato anima e cuore del Lumezzane Calcio insieme al fratello Carlo e ad un gruppo di imprenditori. E da via Veneto a Roma, al giro di boa della Mille Miglia, esclude l’interesse della sua famiglia per la società di Massimo Cellino. Che Bonomi boccia, perché «lo dicono i risultati: ha deluso una città ma credo anche se stesso».

«Abbiamo chiuso con il calcio, adesso tocca ad altri. Certo è triste vedere una realtà come Brescia in serie C, ma mi creda - dice Bonomi al collega Andrea Cittadini - abbiamo dato tanto al mondo del pallone. Adesso gli interessi sono altri, come ad esempio il passaggio generazionale nelle nostre aziende».

Ma il modello Lumezzane, quello di tanti imprenditori sotto l’unica bandiera rossoblù, potrebbe funzionare anche a Brescia? «Sarebbe davvero molto più difficile. A Lumezzane eravamo veramente un gruppo molto affiatato e le cifre richieste erano relative. Qui va costruita una grande squadra, che faccia almeno la serie B o la serie A, palcoscenico che Brescia merita: vuol dire che qualcuno si mette alla testa di un gruppo, investe tanti soldi e ne chieda altrettanti agli altri. E non è semplice farlo».

Ma perché gli imprenditori bresciani sono tutti così lontani dal mondo che gravita sul Rigamonti? «Per poter fare calcio a grandi livelli ci vogliono passione, denaro, tempo da dedicare alla società, competenza. Credo che tutte queste cose messe assieme in un solo imprenditore siano difficili da trovare. Ma sottolineo due punti base: passione e possibilità economiche, quelle che avevano personaggi come Berlusconi o Moratti». E la chiusura arriva con la stoccata a Cellino: «Ha deluso? Sì, ma i dati sono evidenti. Quella della retrocessione in C è una grande delusione per tutti i bresciani, ma credo anche per Cellino stesso».

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