Tornare sul parquet a 50 anni: «Non penso più all'età, solo alla prossima avversaria»

Ci sono scelte nella vita che prendi senza pensarci troppo e alla fine si rivelano quelle giuste. È quanto successo a Laura Barbiero il giorno della scomparsa di Marisa Zanardelli, leggendaria pioniera del basket femminile bresciano, spentasi nel luglio del 2022 all’età di 84 anni. «Corsi alla camera mortuaria - ricorda oggi Barbiero - e vi trovai la figlia Elena Casarini. Fra le lacrime mi disse che, su espresso desiderio della madre, stava mettendo su la prima squadra dell’Azzurra e cercava giocatrici di esperienza per dare una mano alle più giovani. Da nove anni non toccavo un pallone da basket, non guardavo neppure le partite in tv. Eppure ho subito dato la mia adesione».
E così, dopo anni ad alto livello con un’esperienza anche in A1, Laura Barbiero (classe 1974) è ripartita dal gradino più basso, quello della Promozione, un campionato che in altre regioni neppure esiste. Le partite spesso vengono giocate nelle palestre degli oratori. Gli allenamenti sono strappati al lavoro e alla famiglia. In tribuna, pochi spettatori. «Però fra di loro non mancano mai i miei figli Tommaso e Mattia - sorride -, che finalmente mi vedono giocare. Finora avevano vissuto di racconti». Quelli di Barbiero racchiudono oltre 30 anni di storia della pallacanestro di Brescia, cominciati quasi per caso.
Gli esordi

«Papà aveva una concessionaria di auto, un giorno si presentò come cliente un dirigente della Pallacanestro Brescia, subito notò la mia statura e mi invitò in palestra. Avevo 14 anni, per curiosità feci qualche allenamento e mi appassionai subito». Barbiero ha vissuto l’esaltante fase della ricostruzione avviata da Marisa Zanardelli quando la società, perso il marchio Pejo, era retrocessa in C dopo quasi un ventennio ininterrotto in serie A. «Sentivamo la responsabilità e l’orgoglio di riportare la società in categorie più consone alla propria tradizione - ricorda - e alla fine ci siamo riuscite. Al di là degli insegnamenti trasmessi in campo, Marisa fu importante per noi tutte soprattutto come educatrice. Severa al punto giusto nel pretendere costanza e serietà negli allenamenti, ma anche pronta ad aprire il cuore se avvertiva in noi i tipici momenti di disagio dell’adolescenza».
Il debutto in A1

Ritrovato il palcoscenico della A2, ecco per Barbiero un’opportunità importante. «Avevo 26 anni quando mi notò l’Albino, decisi di mettermi alla prova in un ambiente diverso, vincemmo subito il campionato e nel 2000-2001 debuttai in A1». Presto la raggiunse Laura Frusca, oggi compagna di squadra nell’Azzurra. «Perdemmo le prime nove partite, e all’undicesima cambiammo allenatore. Più nessuno ci dava credito, a malapena raggiungemmo i playout». E qui l’exploit: persa la prima sfida a Varese, il team bergamasco si aggiudicò le successive due guadagnandosi la salvezza. «Me la godetti poco, la società si trasferì a Rovereto, stavo per laurearmi in Biologia, preferii tornarmene a casa».
Gli ultimi fuochi a Crema, con ininterrotte stagioni in A2, fino allo stop. «A 39 anni mi ruppi un crociato, poi divenni mamma per la prima volta e tutto passò in secondo piano. Inevitabile l’addio al basket. Così, almeno, credevo allora».
La nuova chance

Lunedì prossimo, 29 gennaio, Laura Barbiero festeggerà i 50 anni. C’è chi nell’Azzurra ne ha da poco compiuti venti. «Non lo nascondo, all’inizio ero un po’ imbarazzata fra tante compagne e avversarie molto più giovani di me. Ma poi in campo tutto si azzera e la stima te la guadagni per quello che dai, non per quello che sei stata».
La classe non l’ha smarrita, il fisico lo ha tenuto allenato negli anni giocando a tennis. C’era solo da recuperare la verve agonistica, ed è bastato un episodio per riaccenderla. «In una partita dello scorso campionato un’avversaria sotto canestro me ne faceva di tutti i colori, l’arbitro non se ne accorgeva e allora esplosi in una crisi di rabbia, prendendo perfino a calci la panchina. Sfogarmi mi fece bene, ritrovai le sensazioni di un tempo e tornai sul parquet più agguerrita di prima. Ora non penso più all’età ma solo alla prossima avversaria da affrontare». Sarà il San Giorgio Mantova, venerdì prossimo nella palestra di via Mercantini, con un primo posto in classifica da difendere.
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
