Basket

Per la Germani cala il sipario e si levano gli interrogativi

Il canovaccio dell’interminabile stagione della Germani presenta due tesi e sembra che patron Ferrari si trovi in mezzo ai due poli
Mauro Ferrari e Alessandro Magro - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it
Mauro Ferrari e Alessandro Magro - Foto New Reporter Checchi © www.giornaledibrescia.it
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Nel mezzo del momento peggiore è arrivato l’acuto più bello. E al termine del periodo più positivo, quello della costanza di risultati positivi finalmente trovata, si è materializzata la delusione più cocente. E, ancora, il successo migliore è stato quello meno atteso. Mentre i traguardi sulla carta più alla portata sono stati mancati.

Il canovaccio dell’interminabile stagione della Germani è questo. A febbraio la vittoria della Coppa Italia, a maggio la fine anticipata dei lavori: la sconfitta a Scafati, abbinata alla vittoria di Pesaro su Tortona, ha significato nono posto e contestuale addio ai play off. La post-season era un obiettivo di tutti. Lo era soprattutto a inizio stagione. Di qui la comprensibile delusione generale. Dai vertici societari (Mauro Ferrari e Graziella Bragaglio) a coach Alessandro Magro, passando per la squadra, e fino alla piazza.

Il bilancio del coach

Tornando al «plot» dell’annata, proprio l’alternanza disordinata di gioie e dolori contribuisce a rendere non semplice il verdetto su quanto accaduto tra agosto, mese in cui è iniziata la pre-season, e l’altroieri. I protagonisti, naturalmente con sfumature e punti di vista diversi, hanno parlato di stagione positiva. Magro, nella fattispecie, sottolineando il valore della Coppa Italia e l’occasione da cogliere per «costruire da qui», facendo tesoro degli errori commessi «prima dell’inizio dell’annata e durante».

Il coach farà il bilancio oggi, a mezzogiorno, in una conferenza stampa in sede, a San Zeno, in cui interverrà insieme al general manager Marco De Benedetto. Sempre oggi, alle 20, è in programma il saluto ai tifosi (qualcuno è rimasto male per il mancato saluto a Scafati, ma in campo a fine gara scoppiato il finimondo) al PalaLeonessa.

Le due tesi

Tornando al punto, le tesi sono due. La prima. È impossibile mettere in discussione la stagione (e, di conseguenza, l’asse allenatore-giemme) in cui la società ha alzato il primo trofeo e ha portato a casa la partecipazione alla post-season di Eurocup. La seconda. I significativi investimenti, Coppa Italia a parte, non hanno portato a regular season soddisfacenti. In A sono stati mancati i play off, in Europa sono sì stati raggiunti gli ottavi, ma passando come settima forza del girone, su dieci. Circostanza che ha portato la Germani alla trasferta difficilissima ad Ankara per una gara secca, poi persa.

L’impressione è che Ferrari possa trovarsi da qualche parte in mezzo a questi due poli. Felice per aver regalato alla piazza il primo grande trofeo, probabilmente in anticipo sui programmi societari, o almeno sulle previsioni. Decisamente scontento per il non molto che ha prodotto la combinazione delle due regular season. Il bilancio delle 52 gare ufficiali parla di 25 vittorie contro 27 sconfitte. Dentro ci sono anche l’esaltante 3-0 di Coppa Italia e il ko di Ankara. La somma delle due stagioni regolari dice invece 22-26 (14-16 in campionato, 8-10 in Eurocup). Oltre ai numeri, l’imprevedibilità di questi mesi. Le tre partite clamorose che portano alla Coppa Italia nel mezzo di una spaventosa crisi di risultati in campionato. L’autolesionismo a Scafati, quando la squadra usciva da sei vittorie nelle precedenti gare. 

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