L’incostanza, gli infortuni, i «nuovi»: i nodi della Germani

La sconfitta con Treviso dell’altroieri ha aperto la crisi Germani. La prima vera crisi della stagione, ma forse dell’intero progetto iniziato nell’estate del 2021 con l’arrivo di Alessandro Magro in panchina e Marco De Benedetto dietro la scrivania. Un nuovo corso che aveva sì avuto difficoltà non indifferenti nelle primissime battute della passata stagione, ma che si era preso le proprie rivincite sul campo.
L’ultimo filotto di sconfitte (tre nelle ultime tre gare ufficiali, tre pure in campionato, quattro nelle ultime cinque partite tra campionato ed Eurocup) ha acceso piccoli fuochi di malcontento anche nella piazza. A far particolarmente male è stato il ko nel derby a Verona, giocato quasi in casa dal punto di vista del calore del tifo, e contro una squadra comunque più che alla portata.
Un ko cui non ha fatto seguito una vittoria contro una Treviso in difficoltà. Le premesse sono due: c’è ancora parecchio da giocare; la squadra - nonostante sia falcidiata dagli infortuni - e lo staff capitanato da coach Magro possiedono le qualità per uscirne, per ribaltare l’inerzia, per rovesciare una situazione che, classifiche alla mano, parla di nono posto in serie A con due soli punti di vantaggio sulla zona retrocessione, e di un settimo posto nel gruppo A di Eurocup, competizione per la quale si fa molto importante la gara di domani, alle 20.30, al PalaLeonessa, contro Ulm.
Up & down
Il ritmo forsennato della doppia competizione sembra non far prigionieri. Brescia non fa eccezione, ma se si guarda all’ultima giornata balza all’occhio che la Virtus Bologna di Eurolega ha perso al PalaPentassuglia di Brindisi gettando nel fuoco 24 punti di vantaggio. Che l’Olimpia Milano ha clamorosamente perso nel testacoda con Reggio Emilia. Che la Reyer Venezia di Eurocup ha perso di 9 punti al Taliercio contro Trieste. Ciascuno - tenendo ben presente le proporzioni, gli investimenti, gli obiettivi - ha i propri problemi.
Ma se la Germani punta, come punta, ad attestarsi nel gruppo che insegue le «locomotive» Virtus e Olimpia - e contestualmente a trovare almeno il centro della classifica di Eurocup - deve risolvere i propri guai. Giocare «modalità sentenza» come si fece la passata stagione (quattordici vittorie di fila in regular season, 21 in totale) è impossibile. Ma adesso serve maggiore costanza di risultati. Brescia deve imparare a scrollarsi di dosso le sconfitte - che arriveranno, per forza di cose - e a «dimenticare» le vittorie, anche le più belle (vedi quella su Badalona), perché dopo la sirena c’è solo il prossimo obiettivo. Poi, lo sport - qualsiasi sport - è anche molto semplice e spietato. Per centrare un obiettivo devi recuperare ciò che hai perso per strada.
Se hai perso per strada punti contro squadre abbordabili, quei punti li devi recuperare da qualche altra parte. E man mano che la stagione avanza i margini d’errore si assottigliano. Il «doppio fallo» contro Treviso andrà sanato in qualche modo, di certo più avventuroso rispetto a un semplice successo contro una squadra inferiore. La Germani dovrà cercare di rialzarsi rapidamente, sapendo che dovrà probabilmente fare a meno di Cobbins (e sicuramente di Petrucelli) fino ai quarti di Coppa Italia (15 febbraio). Poi, il rebus-Caupain: verrà mai buono in questa stagione?
Lato campo, Brescia può migliorare nell’equilibrio tra gioco interno ed esterno, e in stagione sta patendo in difesa. A inizio annata ha cercato di chiudere l’area, e contestualmente subito moltissimo dal perimetro. Recentemente, la squadra fatica invece a rimbalzo difensivo. Sul tavolo ci sono anche le carte con i volti di Nikolic e Taylor, i nuovi arrivati. Il primo è involuto, il secondo (salvate il sodato Ryan...) è un personaggio in cerca d’autore, che probabilmente ha bisogno di fiducia e tempo, ma ne ha bisogno in un frangente in cui si cercano certezze e risposte, non altre domande. In una stagione nella quale il tempo per pensare si sovrappone a quello per riposare, viaggiare e allenarsi.
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