Basket

La Germani e il mercato: la calma ha pagato dividendi

Quando il cambiamento pareva imminente Brescia ha saputo trovare equilibrio con la rosa a disposizione
Lee Moore a canestro - © www.giornaledibrescia.it
Lee Moore a canestro - © www.giornaledibrescia.it
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Un po’ di pazienza, e le cose si sono sistemate. La scelta di non muoversi sul mercato (o, comunque, di non essersi ancora mossa sul mercato) ha fin qui pagato dividendi alla Germani, in un campionato di serie A in cui molte squadre hanno già cambiato volto a ripetizione, ora per sistemare errori commessi in estate, ora per far fronte a situazioni emergenziali (infortuni o partenze improvvise di giocatori).

Eppure la Pallacanestro Brescia aveva vissuto giorni in cui l’idea di apportare una prima modifica al roster stava per concretizzarsi in azione. Era accaduto nei giorni a cavallo tra la brutta sconfitta dell’Unipol Arena di Casalecchio di Reno contro Reggio Emilia (21 novembre) e l’incoraggiante vittoria del 4 dicembre al PalaLeonessa con la Reyer Venezia. In mezzo, la pausa del campionato. All’epoca la classifica parlava di tre vittorie e sei sconfitte. La squadra non girava. Anzi, pareva «regredire» di settimana in settimana.

S’era sentita la necessità di trovare l’ormai noto «terzo violino» in grado di prendersi la squadra sulle spalle, dando «il cambio» ad Amedeo Della Valle e Nazareth Mitrou-Long. Pure i lunghi Kenny Gabriel e Michael Cobbins non si stavano esprimendo in modo convincente.

Ma il principale indiziato a essere tagliato era Lee Moore, in difficoltà nel «ballare» tra il ruolo di alternativa dalla panchina ora di Long, ora di Della Valle. L’idea di fondo era quella di impiegare Petrucelli non solo da «3», ma anche da «2», e di trovare contestualmente un’ala piccola molto versatile. Il profilo ideale dal punto di vista delle caratteristiche tecnico-tattiche pareva essere quello di Tyus Battle, ai margini alla Dinamo Sassari. Un atleta però incerto sul piano della costanza di rendimento e della solidità delle performance.

Lo staff guidato da coach Magro e l’uomo mercato De Benedetto avevano più volte affermato che se c’era da cambiare si sarebbe cambiato, a patto di farlo con costrutto. In soldoni: se non si trovava il giocatore «perfetto», meglio restare così. La scelta, come si diceva, ha pagato. Perché da quel ko in poi la squadra si è compattata sotto ogni punto di vista. Non solo non sono stati alterati gli equilibri con un movimento di mercato, ma i medesimi equilibri si sono rafforzati e rigenerati. Tanto che, almeno fin qui, si può parlare di una Germani «prima» e di una Germani «dopo» il ko con Reggio Emilia.

Senza contare che, nella situazione di incertezza che vive lo sport (e che vive pure la pallacanestro) a causa della situazione pandemica, acquistare un giocatore per affrontare un campionato che procede a stento in una selva di rinvii è comunque un rischio. Più o meno di questi tempi (era il 15 gennaio), nel 2020, approdò a Brescia la combo americana Travis Trice. Un investimento non banale per un giocatore formato «oggetto misterioso», che poi sarebbe sparito nella stagione inghiottita dal Covid.

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