ItalBrescia di basket schiacciasassi: in Portogallo è argento europeo

Pensava di aver chiuso ormai col basket Franco Maresca, classe 1955, storico coach della pallacanestro bresciana che andava nei palazzetti solo per seguire le partite del figlio Edoardo, punto di forza della Virtus Lumezzane in serie B. Invece non ci ha pensato un attimo quando gli hanno proposto di guidare la nazionale femminile Over 45, forse perché sapeva che tante delle sue ex allieve, pur a distanza di anni dal ritiro agonistico, non avevano mai smesso di giocare.
Lo facevano nei ritagli di tempo, per puro spirito goliardico, nelle palestre scolastiche, senza guardare all’età ma al divertimento. Mamme, professioniste, donne super impegnate in famiglia e nel lavoro, eppure gelose custodi di quelle due sole ore a settimana dedicate al vecchio amore per il basket che non si è spento mai. Maresca è andato a cercarle una per una, sapendo che gli avrebbero detto di sì.
«In fondo mi vogliono bene - sorride - anche se resto un gran rompiscatole». E da questo nucleo di bresciane irriducibili è nata la squadra che, contro ogni previsione, è arrivata sino alla finale degli europei di categoria, battuta solo da una Germania così forte che di squadre al torneo ne aveva iscritte due. Con un grosso incancellabile rimpianto: non aversi potuto giocare tutte le carte perché i tre centri si sono tutte fatte male, fra le quali Karen David , stella della A1 per lunghi anni, bloccatasi dopo il primo match.

Ben 7 le bresciane nella rosa anche se due non hanno giocato. Alessandra Damiani infortunatasi al coccige durante un raduno, è rimasta a casa. E’ partita lo stesso per il Portogallo - dove si è svolto il torneo - Daniela Zucchini - non disponibile per problemi al ginocchio destro - resasi preziosa come dirigente con un fondamentale lavoro dietro le quinte. «Mi sono occupata della parte organizzativa perché volevo stare vicina alle compagne. Nei mesi si è formato un gruppo solidissimo e il legame di amicizia anche con le atlete provenienti da altre città è proseguito dopo».
Autogestione
Le giocatrici hanno dovuto pagarsi tutto, dalle spese di trasferta all’affitto delle palestre dove allenarsi eppure non hanno saltato un raduno da quando, nell’ottobre 2022, Maresca ha cominciato a organizzarli con scadenza mensile in varie località anche oltre regione. «Lo scopo di chi ha organizzato questa attività - spiega Maresca - è soprattutto quello di far praticare sport a ogni età, perché con l’attività fisica non si invecchia mai. Però è stato chiaro sin dai primi incontri che avremmo preso la cosa molto sul serio, perché lo spirito agonistico in queste formidabili giocatrici è inestinguibile».
Il resto lo ha fatto l’orgoglio di indossare la maglia azzurra e quell’inno di Mameli che per tante di loro non era mai stato suonato prima di una partita. E cosi la commerciante, l’impiegata, l’architetto, l’istruttrice di mini basket, la mamma di quattro figli in quel momento si sono sentite tutte, innanzitutto, atlete della nostra Nazionale. «La svolta c’è stata già alla prima partita - ricorda Zucchini - perché a un certo punto eravamo sotto di 16. Abbiamo ribaltato la situazione con una incredibile rimonta e da quel momento ci siamo sentite indistruttibili». Conferma Laura Ferracin. «Dopo quel successo, nella villetta di Albufeira che avevamo affittato per stare tutte assieme è nato un tacito accordo fra di noi. Volevamo arrivare sino in fondo».
Maresca non ha mai tradito lo spirito del gruppo, perché ha sempre fatto giocare tutte, al di là del risultato. E le sue ex ragazze lo hanno ripagato dando il tanto che ancora restava del loro talento e un’infinita passione, nonostante l’impegno di quattro partite in soli nove giorni, con ostacoli sempre più alti da superare, compresa una semifinale vinta ai supplementari. Con un malcelata nostalgia, confessata con un sorriso da Daniela Zucchini. «Quando si sono spente le luci della ribalta, nessuna di noi avrebbe più voluto tornare a casa».
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