Basket

Infortunio di Petrucelli, adesso un «3» è necessario per la Germani

Il piede di John è fratturato. La società deve muoversi sul mercato e l’ala piccola diventa una vera priorità
A colloquio. Il general manager Marco De Benedetto e il proprietario Mauro Ferrari
A colloquio. Il general manager Marco De Benedetto e il proprietario Mauro Ferrari
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Nella giornata di ieri non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale. Ma il piede sinistro di Petrucelli è malconcio. Lo scontro con De Nicolao nel match di Eurocup contro la Reyer Venezia di mercoledì sera ha causato una frattura.

Il 2022 della guardia-ala italoamericana della Germani è finito, e pure la parte iniziale del nuovo anno sarà verosimilmente compromessa. Piove, anzi grandina sul bagnato, quindi, e le priorità a questo punto possono subire un significativo cambiamento.

Prima del crack di Petrucelli i vertici sportivi della squadra (lo staff con Alessandro Magro in testa e il general manager Marco De Benedetto) avevano trovato con la proprietà rappresentata da Mauro Ferrari una linea comune per muoversi sul mercato al fine di ingaggiare una combo-guard. Sullo sfondo, però, restava comunque reale la necessità di ragionare anche sullo spot di ala piccola. Perché? Perché dietro a Petrucelli (giocatore al quale bisognava comunque stare attenti a non tirare troppo il collo) non c’erano alternative «naturali» e di grandissima affidabilità. Tradotto: il sostituto diretto Moss non ha moltissimi minuti di autonomia, Akele adattato nel «3» è una soluzione tattica, così come l’avanzamento di Massinburg.

La questione, però, poteva non essere la più urgente da affrontare, nel momento in cui la Germani si trovava «soltanto» senza playmaker titolare: Caupain starà infatti fuori 4 mesi, e le responsabilità della regia ricadevano in linea diretta su Cournooh - positivo in quasi tutte le ultime uscite - e Laquintana, che invece sta faticando di più.

L’infortunio di Petrucelli sposta il focus sul ruolo di ala piccola in modo repentino e violento, sebbene il problema in cabina di regia sia tutt’altro che accantonato e accantonabile. L’inserimento, o gli inserimenti, da compiere sul mercato avrà - o avranno - un impatto notevole. Così, mentre la squadra di mercato deve stringere i tempi per cercare di rimpolpare la rosa il prima possibile, dall’altra parte dell’oceano i Los Angeles Lakers sono pronti a tagliare Matt Ryan, che in estate fu sogno nel cassetto della Germani. Ma il giocatore ha di certo possibile mercato in patria, e il prezzo sarebbe comunque altissimo. L’universo della lega di sviluppo dell’Nba è uno dei bacini da cui si può attingere. Potenzialmente immenso.

De Benedetto, però, ne è ottimo conoscitore, mentre il player development coach Isaac Jenkins proviene proprio da là, e grazie anche al padre, uomo di pallacanestro, ha legami stretti con le squadre satellite di Washington Wizards, Boston Celtics e Indiana Pacers. Tre ali di quelle squadre potrebbero essere oggetto di sondaggi: Isaiah Todd, Marial Shaylok e Justin Anderson.

Essendo infine gli infortunati un italiano e un americano, c’è da capire se il club - in caso di due entrate - vorrà puntare su un giocatore tricolore e un atleta Usa, o se deciderà di spendere subito i due visti rimanenti. Insomma, le possibilità sono molteplici. L’unica variabile certa è il tempo: poco, e dopodomani sarà già tempo di sfidare Napoli.

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