Germani squadra della porta accanto: i veterani sono nell’età dell’oro

Ci sono tanti modi per arrivare a ottimi risultati. A volte sono frutto di progetti pensati «in grande». Altre vengono conseguiti grazie all’armonizzazione tra il talento e una serie di elementi meno tangibili: le aspettative, i desideri, le sfaccettature del carattere. Aspetti che fanno parte degli atleti, i quali – prima di tutto – sono uomini. Basta leggere dell’idea di Amedeo Della Valle per il pomeriggio di Natale per capire che a Brescia sta succedendo qualcosa di speciale. E non sta succedendo solo in campo. Forse è proprio per questo che ciò che stiamo vivendo è eccezionale.
Fattore umano
La Germani che arriva da sei successi consecutivi ed è seconda in classifica è un gruppo in cui si sono incrociati uomini, prima ancora che allenatori e giocatori. Le loro personalità e le loro necessità si compenetrano a monte della compenetrazione di abilità tecniche. Lo si coglie dalle parole dei vari protagonisti in occasioni ufficiali (conferenze stampa, interviste, partecipazione a trasmissioni televisive) e da ciò che si può cogliere solo a margine.
Il roster
La Pallacanestro Brescia ha un roster poco profondo. La circostanza, prima o poi, potrà diventare un problema. Ma fin qui è stata soltanto un punto di forza. Il primo a preferire questo modo di intendere la pallacanestro è proprio coach Peppe Poeta, ex giocatore e uomo in grado di cogliere i desideri e la necessità dei giocatori. Tra i biancoblù i «veterani», o comunque gli Over 30, sono tanti. Il prossimo 11 aprile Della Valle compirà 32 anni. I prossimi di Miro Bilan (21 luglio) saranno 36. Il 19 febbraio Nikola Ivanovic spegnerà 31 candeline. Il 18 giugno Maurice Ndour ne spegnerà 33.
I leader
Il capitano e il centro croato, leader offensivi della squadra, sono ormai in una fase della carriera in cui hanno raggiunto il massimo del qi cestistico e, al contempo, hanno davvero poco altro da dover dimostrare a chicchessia. Legatissimi alla città (per Adv parla ancora la sopra citata idea natalizia), sognano di chiudere la carriera all’ombra del Cidneo. Hanno messo radici ma, al contempo, si concentrano sul presente e ragionano volentieri di partita in partita.
Per il club la partecipazione a una competizione europea non è una priorità? Non lo è nemmeno per loro, che danno tutto «qui e ora». E, messi nella condizione di esprimere le rispettive doti migliori, finiscono per diventare decisivi anche con giocate fuori dagli schemi. Come nel finale a Venezia, nel match contro la Reyer: tripla di Miro, gran difesa di Amedeo.
Ivanovic, Ndour e Poeta
Nikola Ivanovic, ospite di Basket Time, su Teletutto, ha raccontato di amare il tempo con la propria famiglia, che sta per altro per allargarsi. In campo è una furia, fuori – ha raccontato – è la persona più tranquilla di questo mondo. A Brescia ha trovato l’ambiente in cui poter essere ciò che è. E pure lui, nonostante l’altissima qualità del gioco che sa proporre, non smania per disputare a tutti i costi un’altra competizione europea.
Discorso non troppo dissimile per Ndour, tatticamente fondamentale per la Germani. Un giocatore che non si risparmia mai, ma che afferma serenamente che la pallacanestro è una percentuale non preponderante di ciò che lui stesso è come persona. Al comando, infine, c’è Poeta. L’uomo anticonvenzionale che abbatte le barriere e distrugge certe ingessature tipiche del ruolo. L’allenatore che manda in campo una squadra dal gioco vintage che diverte, incanta, vince. La splendida squadra della porta accanto.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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