Germani, Magro: «Alla Final Eight il ko più doloroso da allenatore»

In questi giorni, le immagini della partita devono avergli attraversato spesso la mente. «In video, invece, l’ho rivista tre volte». Alessandro Magro, coach della Germani, racconta il proprio post-delusione alla Final Eight la mattina del giorno in cui l’Olimpia Milano e Napoli - che giovedì ha estromesso la Pallacanestro Brescia ai quarti - si sarebbero sfidate per il titolo.
A mente fredda
L’analisi dell’allenatore, a mente fredda, è lucida. Ma lo era stata anche a botta calda. «Purtroppo - racconta - contro Napoli abbiamo disputato una gara molto modesta. Abbiamo proposto una pallacanestro ben al di sotto degli standard della nostra annata, anche dal punto di vista della piacevolezza. Flusso e ritmo insufficienti. Tanti errori al tiro. La squadra ha cominciato con il freno a mano tirato in attacco - prosegue il coach fiorentino -. Ha eseguito male. Dalla circolazione di palla ai tagli, al penetra e scarica, a palloni persi banalmente, a lay-up falliti».
Gli spunti di riflessione nati dopo il ko di Torino «non vogliono essere consolatori». Anche perché Magro, da giovedì scorso, ha una nuova «sconfitta più dolorosa di sempre». Si è parlato spesso del ko di Reggio Emilia, in quella buia domenica 21 novembre 2021. E di quanto proprio quello stop aveva saputo generare nella Germani di allora, in grado - di lì a poco -, di conquistare 14 vittorie consecutive, che l’avrebbero portata fino alla terza posizione al termine della regular season.
Le cadute delle dinastie del basket
L’altroieri, sabato, il coaching staff ha riunito la squadra per una chiacchierata prima dell’allenamento. «Ho parlato ai ragazzi delle grandi dinastie del basket - svela l’allenatore -. Dalla Siena di cui ho fatto parte a squadre in giro per il mondo. Ciascuna è passata per cadute dolorose, spesso proprio nella Coppa nazionale. I grandi viaggi non procedono mai in linea retta. Ci sono picchi in alto e picchi in basso. Le sconfitte cocenti coincidono con questi ultimi».
D’altra parte è innegabile che la Virtus Bologna sia - al momento - la squadra più forte in Italia. E pure le «Vu Nere» sono crollate davanti alla ben più modesta Reggio Emilia. «Anche questo non ci consola - prosegue Magro -. D’altra parte conosciamo l’imprevedibilità della Final Eight. Lo scorso anno l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle, ma al contrario...».
Quindi, la domanda delle domande: ciò che è successo sul parquet nella gara contro Napoli è più frutto di questioni tecniche o di un approccio mentale sbagliato? Il ko della Virtus pochi minuti prima ha, per paradosso, aggiunto pressione? «Prima della partita - racconta il coach - negli occhi dei miei ragazzi non ho scorto arroganza. Avevamo tutti un grande senso di responsabilità. Forse, però, abbiamo pensato troppo che non potevamo e non dovevamo perdere. Dovevamo concentrarci invece sul cosa fare per vincere». Al di là di ciò, Magro è sicuro: «Tutto passa dalla tecnica e dall’esecuzione - asserisce -. Se esegui nel modo corretto, la testa si allinea come conseguenza».
Il playmaker
Nell’ultimo quarto Semaj Christon è rimasto in panchina. Al suo posto, in cabina di regia, CJ Massinburg. «Christon - la spiegazione del coach - aveva giocato 22 dei precedenti 30 minuti. Non era stata la sua migliore prestazione. Da Cournooh, stavolta, abbiamo ricevuto poco. Ho cercato di schierare un quintetto che ci permettesse di segnare di più, o di trovare qualche fallo. In effetti, la squadra ha trovato più ritmo. Col senno di poi, francamente, non so dire se lo rifarei. Non ho la presunzione di affermarlo, non ho controprove. Ma le scelte non sono state in alcun modo punitive».
Il futuro
Adesso ciò che dovrà fare la Germani è chiaro: ricompattarsi e chiudere la regular season il più in alto possibile. «Se arriveremo ai play off in uno dei primi quattro posti - conclude l’allenatore - torneremo a giocare in condizioni simili a quelle del match con Napoli. Da favoriti, con la pressione addosso...». Solo allora si vedrà se la lezione è servita. Come alle grandi dinastie.
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