La Germani si arrende a Milano, ma può essere orgogliosa di sé stessa
Cosa è più letale? La tripla da metà campo sposta-equilibrio di Tonut, dopo che Ndour aveva stoppato Leday, all’inizio dell’ultimo quarto, sul 52-51 per la Germani? Oppure il 2/19 da tre punti della Pallacanestro Brescia al termine della partita, dato che – di fatto – uccide, in qualsiasi mondo possibile, ogni speranza di battere una squadra come l’Olimpia Milano? Cambia relativamente poco. La Coppa Italia dei biancoblù trova il capolinea in semifinale. Vincono i meneghini 74-69. Incontreranno all’ultimo atto, oggi, Trento.
Orgoglio
Non è una frase fatta. La Germani esce sconfitta ma può, anzi deve essere orgogliosa di sé stessa. Per 30 minuti gioca alla pari con la corazzata Armani, forte e lunga... a perdita d’occhio. Messina getta in campo 11 giocatori di livello massimo. Poeta, che non schiera Mobio, solo otto. Brescia offre una prestazione difensiva eccellente, forse la migliore dell’anno. Una prestazione che, se replicata, o quantomeno imitata, potrà essere d’immenso aiuto da qui alla fine della stagione. Ottime le prove di Bilan, che con Tortona aveva fatto moltissima fatica, e Ndour. Arrivato a Torino con l’incognita caviglia, il senegalese è stato uno dei migliori in terra piemontese. Per lui, ieri, una partita da 20 punti e 7 rimbalzi. Diciassette punti e 8 carambole, invece, per il croato compagno di reparto.
Brescia può dispiacersi per non aver «capitalizzato», incrementandolo, il vantaggio di 5 punti raggiunto due volte nel terzo quarto. Poca roba, si può pensare. Non contro Milano – contro «questa» Milano –, che concede pochissimo. Della Valle e compagni non riescono a piazzare un vero e proprio break. All’Olimpia, invece, basta realizzarne uno (11-1), iniziato proprio con la famigerata tripla di Tonut, per mettere le mani sulla partita.
Sul campo
La Germani si trova subito strangolata nella difesa meneghina, che non concede spazi in area e dà tanta pressione dalle parti dell’arco. La Pallacanestro Brescia deve quindi provare ad attaccare Milano in campo aperto. Per farlo, serve difendere alla morte, controllare i rimbalzi e ripartire. I biancoblù riescono a farlo, ma restano imprecisi in attacco. Al 5’ è 7-5 Olimpia. È tempo dell’«assetto grintoso»: dentro Dowe e Burnell. Dall’ala grande americana arrivano subito canestri dal pitturato. Ma l’Olimpia ha mille armi, e una delle più affilate è Shields, che chiuderà con 19 punti. Il punteggio si muove prevalentemente a cronometro fermo. I biancorossi restano avanti, ma la Germani trova sempre più spesso il modo di attivare Bilan (Della Valle, che vive una serata pessima al tiro, è bravissimo a innescarlo). Proprio il centro croato segna il gancio del pareggio: al 10’ è 16-16.
Di Ndour, invece, è il canestro del primo vantaggio bresciano, a inizio secondo quarto. L’Olimpia deve affidarsi a Mannion e Shields, che sfidano i cambi della difesa biancoblù e vanno a bersaglio. Al 15’ è 25-25. Due passaggi a vuoto di Ndour in attacco aprono la strada alla transizione meneghina. I canestri di Shields e Bolmaro valgono il nuovo vantaggio milanese. Proprio il lungo senegalese, però, trova i quattro punti di fila del contro sorpasso. L’Olimpia rimette la testa avanti. Al 20’ è 34-33 Milano.
La ripresa
Ndour e Rivers trovano il fondo della retina a inizio ripresa. La partita resta senza un padrone. Shields si prende un tecnico per proteste, che avrebbe potuto fare il «paio» con un antisportivo chiamato e poi tolto dopo il replay, nel secondo quarto. La Germani intensifica gli sforzi collettivi in difesa. Innesca Bilan, che segna ancora: 46-41 Brescia al 25’. Seguono fasi di gara concitate. Le retroguardie si stringono ulteriormente. La Germani prosegue a sbagliare tutto da tre punti. Mirotic (14 punti alla fine della gara), invece, colpisce proprio dalla distanza. Al 30’ è 52-51 Brescia.
Bilancio positivo
L’ultima frazione di gioco inizia con la famosa tripla di Tonut. L’Olimpia scatta. Ivanovic commette il proprio quarto fallo. La Germani non riesce a trovare il canestro dal campo. Il parziale di 11-1 è la spallata che sposta l’inerzia della gara. Al 35’ è 64-54 Milano. Cinque minuti per recuperare 10 punti, che diventano 13 dopo la tripla di Ricci. A due minuti e mezzo dalla fine Dowe sblocca i biancoblù dalla lunga distanza dopo un tempo interminabile di astinenza. Ndour colpisce per il -5. È il gap con il quale si entra nell’ultimo minuto di gara. Che l’Olimpia, però, riesce a gestire in sicurezza.
Adesso c’è tempo per tirare un po’ il fiato. Si torna il campo domenica 2 marzo, al PalaLeonessa, contro Cremona. Il bilancio della Final Eight resta positivo. L’ultimo tratto di regular season può essere affrontato col morale alto. E magari con quel pizzico di rabbia che rimane quando l’impresa resta solo sfiorata.
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