Reazione, disciplina e testa alta: la lectio magistralis della Germani
Questa, signori, può essere definita una reazione da lectio magistralis. Domenica 19 gennaio: ko interno con Tortona 106-98. Sabato 25, a Varese, vittoria 118-74. In primo luogo, vale la pena fare un rapido recap di come è andata la diciassettesima giornata di regular season, seconda di ritorno, anche per apprezzare ancora di più gli effetti del blitz di Masnago contro l’Openjobmetis.
La giornata di ieri ha regalato un paio di risultati a sorpresa. Il primo è il ko della Virtus Bologna a Sassari, contro la Dinamo. Le Vu Nere (24 punti) si attardano rispetto al terzetto di testa a quota 26 composto, nell’ordine, da Trapani, Germani e Trento. Squadra, quest’ultima, capace di vincere a Venezia contro la Reyer, che resta a -4 dalla zona play off e a -10 da Brescia. L’Olimpia Milano (22 punti), invece, batte e supera in classifica Trieste.
Spirito
Tornando alla partita dell’Itelyum Arena, si può partire dalle parole di capitan Amedeo Della Valle a fine serata. Il senso, in sintesi? Questa non è una risposta alla battuta d’arresto contro la Bertram, che può aver bruciato come bruciano tutte le sconfitte, ma che è stata elaborata e metabolizzata già nel primo allenamento settimanale. Giusto: parole da capitano, che peraltro ha «dedicato» la vittoria a Burnell e Ferrero (il primo aveva appena perso la nonna, il secondo ha vissuto una serata di grandi emozioni in un palazzetto in cui è stato condottiero per anni). Lo stesso, va detto, ha fatto Bilan, intervistato da Dazn.
Insomma, la Germani è un gruppo unito e compatto. È un sistema semplice e coeso. Altri pregi? Non si volta indietro, tiene la testa alta anche nei frangenti di difficoltà e la tiene bassa quando c’è da pedalare fino all’obiettivo. La prestazione di Masnago non sarà stata vissuta dai biancoblù come una «risposta» al ko con Tortona (maturato, comunque, al termine di una bella performance, in condizioni di rosa complicate). Eppure, in qualche modo, come tale si configura. E ricorda molto ciò che accadde il 10 novembre scorso a Cremona.
Reduce dalla batosta interna con Trapani, la Pallacanestro Brescia si presentò al PalaRadi concentratissima, e sbriciolò gli avversari grazie a una prestazione corale (sei uomini in doppia cifra), al termine di una partita dominata e terminata a quota 100 punti. Tutto ciò suona familiare?
In termini di applicazione, focus, cattiveria agonistica e coralità, la prestazione di Varese sembra «gemella» del successo sulla Vanoli. Ben 118 punti, sette uomini in doppia cifra, difesa attenta, avversario mai in partita. Dal punto di vista tattico, la Germani ha fatto tutto ciò che coach Peppe Poeta ha chiesto: controllo dei rimbalzi e del ritmo, palle perse ridotte al minimo, cura nella scelta dei tiri.
Certo, obietterà qualcuno: dopo le sconfitte con Trapani e Tortona a Brescia non sono di certo toccate le trasferte di Bologna e Milano... Va bene, ma in questo momento storico andare a Varese è tutto fuorché una passeggiata (anzi, non lo è mai). Negli ultimi mesi, sul parquet di casa, la squadra di Mandole ha regolato prima Bologna e poi Milano. E nel palazzetto di casa i biancorossi non perdevano dallo scorso 1° dicembre.
Almeno fino ad adesso, la Germani non ha mai perso due partite di fila. Non solo: dopo uno stop ha sempre risposto convincendo. Lo ha fatto da gruppo compatto. Lo ha fatto con orgoglio. Si tratta di eccellenti premesse per il prosieguo dell’annata. Che, adesso, porta i biancoblù a Napoli, dove si giocherà domenica, a mezzogiorno.
Tanto quanto Varese, pure la GeVi è una squadra diversa da quella battuta all’andata. Oggi è in piena corsa salvezza e può contare su un roster rivoluzionato. La ricetta è la stessa: non si guarda indietro. Si viaggia a testa alta. E finché c’è da pedalare, lo si fa a testa bassa.
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