Yamaha Majesty 400, per viaggiare comodi

Dal 1996, senza soluzione di continuità, il Majesty della Yamaha è sempre stato ai vertici delle classifiche europee delle vendite di motocicli e scooter. Allora, appunto 15 anni fa, il Majesty fu lo scooterone d'accesso di quello che poi - negli anni successivi - doveva essere un vero boom: sino ad allora il solo CN 250 della Honda (ve lo ricordate lo scooter custom comodo come una poltrona da salotto?) stava cercando di sfondare in un mondo motociclistico che cercava mezzi comodi come una poltrona e facili da guidare per tutti: quando il Majesty 250 fu messo in commercio dalla Yamaha il successo fu subitaneo e continuo, dando poi vita a un nuovo settore molto in auge ancora oggi.
La cilindrata degli scooteroni, dai primigeni 250 centimetri cubi, è poi evoluta (e non parliamo dei grossi scooter con due cilindri) fino al limite del 400 centimetri cubici con alcuni transiti, tuttora in commercio, nell'interessante cilindrata di 300 cc, più adatta però agli scooter dalle dimensioni più contenute.
Oggi, e da quasi un lustro, il Majesty della Ya-maha è proposto - nella classica configurazione di scooterone - con la cubatura di 400 centimetri cubi: le dimensioni (e il comfort) sono da vera limousine su due ruote e il successo arriso a questo scudato della casa dei tre diapason è fuori discussione. Il Majesty 400 deve vedersela, ad armi pressoché pari, con il Suzuki Burgman 400, con i vari (e riusciti) modelli Piaggio, con il Silver Wing della Honda (con motore a due cilindri) e con gli interessanti Kymco: un settore dunque oggi molto affollato dal quale emerge però il Majesty grazie alla ricercatezza delle sue finiture e per una piacevolezza estetica di grande presa.
Il comfort di marcia di questi scooteroni, e del Majesty 400 in particolare, è fuori discussione: la protettività è elevata anche in giornate non particolarmente calde e il riparo dall'aria della corsa è totale così come regale è la comodità dell'ampio sellone (posto a soli 75 centimetri dal suolo); l'uso di questi scooter è davvero completo: sia nei trafficati trasferimenti urbani, sia nei percorsi di media e lunga distanza questo scooter 400 della Yamaha rileva doti e qualità d'uso davvero elevate.
Le prestazioni del Majesty, sia in termini di cavalleria sia sul piano della ciclistica sono tutt'altro che secondarie: il robusto monocilindrico di 395 centimetri cubici è dotato di raffreddamento a liquido, alimentazione a iniezione, doppio albero a cammes in testa che comanda quattro valvole, trasmissione a variatore continuo. Questo propulsore, benché a un solo cilindro, è assai robusto ed affidabile e le prestazioni sono ben al di sopra dei limiti imposti dal Codice della strada, con un buon spunto anche in salita e viaggiando in coppia. Il mono di cui è dotato il Majesty 400 si distingue anche per la scarsa manutenzione necessaria (tagliandi ogni 10.000 chilometri) e per i consumi davvero contenuti anche viaggiando a velocità autostradali; di contro, come per tutti gli scooter dotati di trasmissione a variatore continuo, è particolarmente elevato il costo di alcuni tagliandi (solitamente ogni 30.000 chilometri) in cui va sostituita la cinghia finale.
La ciclistica del Majesty 400 è poi molto raffinata: il telaio è in alluminio e in acciaio con la forcella che ha steli da 41 millimetri di diametro; due gli ammortizzatori posteriori e tre i freni a disco (abbinabili all'Abs) con la coppia anteriore da 267 millimetri. Il cerchio anteriore misura 14 pollici mentre da 13 è quello della ruota posteriore; sulla bilancia il 400 di casa Yamaha fa registrare una non indifferente massa di 223 chilogrammi.
Infine veniamo al prezzo: lo scooterone quattrocento della Casa dei tre diapason costa 6.690 euro (senza però l'Abs): una quotazione da considerarsi in ogni caso ampiamente giustificata dall'alto livello generale delle finiture del mezzo.
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