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Una vita in tonalità rosso Ferrari, «ma impossibile senza mia moglie»

Ad 81 anni il bresciano Luciano Dal Ben conserva la licenza da pilota. «Passione nata respirando l’aria della Mille Miglia»
Luciano Dal Ben - © www.giornaledibrescia.it
Luciano Dal Ben - © www.giornaledibrescia.it
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L'unica falsa partenza di Luciano Dal Ben fu alla serata organizzata dal Circolo musicale di Salò all’hotel Laurin, quando invitò a ballare la futura moglie solamente alle due di notte, ricevendone, vista l’ora, un cortese rifiuto. Oggi dice di averla notata troppo tardi, facile pensare che gli mancasse il coraggio. 

Fece in fretta a trovarlo e ad ripartire in quarta - come ogni bravo pilota - e così domenica 8 maggio 1966 (domani sono 57 anni esatti) eccolo lasciare casa della fidanzata per recarsi, poche centinaia metri più in là, alla partenza del Circuito del Garda.
Si sente davvero felice, gli sembra un dono del destino poter conciliare le sue più grandi passioni in un così breve spazio fisico e temporale. «Invece rividi Maddalena solo all’ospedale - ricorda oggi -, perché non finii la gara a causa di un incidente che mi procurò la frattura del bacino».

Le basi della sua splendida carriera nacquero paradossalmente proprio in quella circostanza. «Durante la convalescenza capii di aver trovato la donna della mia vita. Non si era spaventata per quanto avvenuto, anzi mi incoraggiò a continuare, se era quello che volevo».

Si sposarono poco dopo e lei lo ha seguito ovunque, fino alla duecentocinquantesima gara. «Poi disse basta, ormai aveva girato con me l’intera Europa e conosciuto tutti gli autodromi - sorride Luciano -. Preferiva aspettarmi a casa».

In auto

La corsa di Luciano Dal Ben, invece, non si è più fermata e continua ancora oggi. Dopo oltre 65 anni al volante, ora che ne ha compiuti 81 ha ancora la licenza di pilota ed è quasi certamente il più anziano in tutta Italia ad esserne ancora provvisto.
«Ma è soltanto per le gare storiche e la rievocazione della Mille Miglia - chiarisce -, la corsa che da bambino ha acceso il mio interesse per i motori, facendomi respirare quest’aria tutta particolare e ricca di emozioni».

Dal Ben su una vettura a ruote scoperte
Dal Ben su una vettura a ruote scoperte

Una straordinaria longevità sportiva spesa soprattutto al servizio dell’amata Ferrari, figlia di un’applicazione totale («quando accendo il motore, spengo tutto il resto») e dalla capacità di saper trarre tesoro delle esperienze. «L’importante, dopo un’uscita di strada - sostiene - è capire se ci si sia accorti o meno di quanto avvenuto. Mi capitò ancora nel 1991 durante la Malegno-Borno e lì, a differenza di quanto avvenuto la prima volta, la colpa era stata tutta mia. Le conseguenze furono ben peggiori, rimasi anche due mesi senza vedere e mi ero fratturato la gamba in 21 punti. Sentii il dovere di riscattarmi, soprattutto davanti a me stesso, e così continuai con più voglia di prima».

E con la stessa umiltà. «Ho sempre cercato di gareggiare contro i più forti, solo da quelli impari. Se arriva la sconfitta va accettata senza alibi. E se si vince, devi dividere i meriti con il tuo team». È particolare il legame con i meccanici, più volte gli è capitato di passare la notte con loro se costretti a improvvise modifiche tecniche. «E se qualcuno di loro, il giorno dopo, ti chiede se l’auto va bene, devi sempre rispondere sì, per rispettare il lavoro che ha fatto per te».

Una lezione di stile e di eleganza che racchiude la filosofia di un gentiluomo d’altri tempi, che ben rappresenta la nostra città nel mondo. «Nell’ambiente dell’automobilismo dici Brescia e ti rispondono Mille Miglia, dici Italia e gridano Ferrari».
I grandi amori della sua vita, uniti a quello per il volo (brevetto ottenuto nel settembre del 1971; fra le sue esperienze anche quella di essere stato ai comandi di un Mig 29 dell’aviazione russa, e fra pochi giorni saranno trascorsi 18 anni, con il quale dopo essere decollato dalla base di Zhukorskij, vicino a Mosca, superò abbondantemente la velocità del suono) ma il più grande di tutti resta sempre Maddalena. «Senza di lei, nulla sarebbe stato possibile». 

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