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Tennis, carica Cecchinato: «L’obiettivo? Tornare tra i primi 100 al mondo»

Il bresciano d’adozione si è affidato a uno staff catalano: Santiago del Cile e Bolivia sono nel mirino
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Cecchinato: "Voglio tornare nei primi 100"
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«Non nascondo il mio obiettivo: tornare nei primi cento al mondo entro fine stagione. Non devo dimostrare più niente a nessuno, la sfida è con me stesso». Tornare non è entrare. L’ingresso era già avvenuto. E non solo in Top 100, bensì molto più su. Il 25 febbraio 2019, a 25 anni, Marco Cecchinato - secondo il cervellone dell’Atp - era il sedicesimo miglior tennista del pianeta.

L’oggi trentunenne palermitano, ma bresciano d’adozione - qui è nata e abita la moglie - occupa la posizione 202 del ranking. A determinarla è stata soprattutto la pausa piuttosto lunga dai tornei, che s’è preso negli ultimi tre mesi del 2023. E resasi necessaria per svuotare la testa, per ritrovare la voglia di combattere in campo. Contestualmente, Cecchinato ha cambiato coaching staff, affidandosi a una squadra catalana, composta dagli allenatori Julian Alonso ed Eduardo Nicolas, dal preparatore Alex Delgado e dal fisioterapista Fernando Nicolau.

Il nuovo inizio

È stato in salita. I veloci della Thailandia e dell’Australia (dove ha tentato di qualificarsi allo Slam Down Under) sono stati avari di soddisfazioni. Poi, l’aereo per l’altra parte del mondo, dove si gioca sulla terra, sua superficie preferita. Al Challenger di Punta Del Este, in Uruguay, si è fermato in semifinale, dopo tre turni passati brillantemente (il primo contro Garin, oggi 88 Atp), perdendo contro il connazionale Mager. Poi gli ottavi raggiunti al Challenger di Piracicaba, in Brasile, e lo stop a un passo dall’ingresso nel 250 di Cordoba, in Argentina.

La scorsa settimana, con il proprio team, il trentunenne (saranno 32 il prossimo 30 settembre) si è allenato sulla terra rossa del Timing, a Brescia. Circolo d’elezione quando si trova in città. La pallina viaggiava che è un piacere. Ieri un altro aereo, direzione Santiago del Cile, dove affronterà le qualificazioni al locale torneo Atp 250. Poi, il Challenger di Santa Cruz, in Bolivia. Quindi un nuovo impegno a Santiago, per un Challenger.

«Torno a giocare a un livello più basso - commenta -, ma comunque pieno di avversari competitivi. Rientrerò quindi in Europa, cercando risultati sempre a livello Challenger tra Murcia, Barcellona, Napoli e Madrid. E sarò impegnato nelle qualificazioni agli Atp di Montecarlo e Roma. I tornei europei sulla terra sono i miei preferiti. Il mio livello c’è - commenta il bresciano adottivo -. Mi manca un po’ di costanza di rendimento sulla lunga distanza. Il ritmo alto su più partite. Sono cose che si acquisiscono disputando tornei, vincendo gare e allenandosi duramente. Ma sto lavorando bene, anche col preparatore. È molto rigido, sempre sul pezzo».

Momenti

Il tennis è malefico. Basta poco e i colpi che fino a ieri erano sicurezze si «sporcano». Figuriamoci dopo tre mesi... «Ma da fondo mi sto trovando bene, tanto col dritto, quanto con il rovescio - prosegue Cecchinato -. Il mio staff mi sta aiutando a sistemare qualche dettaglio. Soprattutto sulla parte finale del movimento. Devo metterci più "nervio", per usare un termine spagnolo: più aggressività. Devo invece ancora crescere per ritrovare un servizio ottimale. Sto lavorando per recuperare il mio kick, che sulla terra fa la differenza. Ma sono pronto a fare sacrifici. Senza non vai da nessuna parte».

Avere obiettivi chiari e ragioni per ottenerli è fondamentale. «Voglio tornare nei primi 100 per togliermi un sassolino dalla scarpa prima di finire la carriera - prosegue Cecchinato -. Quando sei in alto a vent’anni sei spensierato. Adesso è tutto diverso. Ma sono convinto sia possibile».

Intanto, il tennis italiano vola altissimo. «Sinner è un caso a parte - fa notare Cecchinato -. Ha già fatto la storia, e per un decennio è destinato a ottenere risultati pazzeschi. Può vincere altri Slam, diventare numero uno al mondo. Ha una mentalità più teutonica che italiana. È inquadrato e umile.

Poi ci sono Musetti, Sonego e Arnaldi. Il mio preferito è proprio Musetti, del quale sono amico intimo. Entrare in Top 10 è il suo obiettivo, e sono certo che possa farcela. Adesso, nel suo staff ha inserito Corrado Barazzutti. Ho grande stima di lui, lo aiuterà moltissimo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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