Settebello, fammi rivivere il mio ‘92

Me la ricordo bene quell’emozione. Nel 1992 avevo 23 anni, avevo giocato solo gli Europei l’anno prima. Era stata una convocazione inaspettata: partire nei 13 per le Olimpiadi di Barcellona, un sogno. Invece poi si è trasformato tutto in realtà e siamo tornati con l’oro olimpico al collo. Quattro anni dopo ho fatto parte anche della spedizione per Atlanta, lì abbiamo vinto un bronzo, ma le emozioni sono sempre le stesse.
Mi ricordo molto bene, nel ’92, il villaggio Olimpico: eravamo in migliaia ed alcuni erano miei idoli. Non scorderò mai l’incontro con Michael Jordan, non c’erano gli smartphone e non avevo la macchina fotografica, ma è un momento che custodisco chiaro nella mia mente. Poi c’erano Tomba e Juri Chechi che quell’anno era il favorito alla vittoria ma si era rotto il tendine d’Achille poche settimane prima della gara.
Per il resto l’ho vissuta con tanta tensione. Non uscivo mai dalla camera se non per sgranchirmi un po’ le gambe, ero molto concentrato, non volevo distrazioni. Venendo a oggi credo che il Settebello a Parigi possa giocarsi ottime carte e la vittoria di ieri contro gli Usa è un buon viatico: a differenza degli ultimi anni non c’è una squadra schiacciasassi, è un torneo molto equilibrato. Credo che l’aspetto più importante sia riuscire a gestire l’emotività. Il ‘92 è stato l’ultimo oro alle Olimpiadi per l’Italia, 32 anni dopo quello di Roma nel 1960. Quest’anno scattano altri 32 anni dalla medaglia di Barcellona, sarà un caso?
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